Durante la fiaccolata tenutasi il 13 ottobre 2025 a Palermo, un insegnante ha sollevato un allarmante grido d’allerta riguardo alla situazione di un giovane alunno della scuola Giovanni Falcone, situata nel quartiere Zen 2. Il docente ha riferito che il bambino di nove anni ha ripetuto frasi inquietanti, come “Ti faccio fare la fine di Paolo Taormina” e “Da grande voglio spacciare”. Queste affermazioni sono emerse in un contesto di grande emozione, in memoria di Paolo Taormina, il ventunenne tragicamente ucciso la notte di sabato scorso mentre tentava di placare una rissa.
Il contesto della fiaccolata
La fiaccolata ha visto la partecipazione di numerosi cittadini, uniti nel ricordo di Paolo Taormina e nel desiderio di richiamare l’attenzione sulle problematiche sociali e di sicurezza che affliggono il quartiere Zen. Il gesto di accendere le fiaccole ha rappresentato non solo un tributo al giovane scomparso, ma anche un simbolo di speranza per una comunità che si sente sempre più abbandonata. L’insegnante ha sottolineato come la criminalità stia permeando la vita quotidiana dei bambini, creando un ambiente tossico in cui la violenza e l’illegalità sembrano diventare la norma.
La testimonianza dell’insegnante
Il docente ha espresso la sua preoccupazione per il futuro dei suoi alunni, affermando: “Quel bambino vive nella totale criminalità “. La situazione è stata segnalata alle autorità competenti, ma l’insegnante ha manifestato un certo scetticismo riguardo alla possibilità di un intervento efficace. “Non succederà nulla, ma difendo la scuola, i miei bambini, le persone perbene”, ha dichiarato, evidenziando il senso di impotenza che molti educatori provano di fronte a tali sfide. La richiesta di aiuto è chiara: “Lo Stato deve intervenire in quel quartiere, dove vige solo una mentalità ”.
La realtà del quartiere Zen
Il quartiere Zen di Palermo è tristemente noto per il suo elevato tasso di criminalità e per le difficoltà sociali che i residenti devono affrontare quotidianamente. La mancanza di opportunità e il diffondersi di comportamenti devianti hanno creato un clima di sfiducia e paura. Gli insegnanti e i dirigenti scolastici si trovano spesso a combattere una battaglia difficile, cercando di offrire un’istruzione di qualità in un contesto ostile. La denuncia dell’insegnante, quindi, non è solo un grido d’allerta, ma anche un appello alla responsabilità collettiva per affrontare le radici del problema e costruire un futuro migliore per le nuove generazioni.
Le parole pronunciate durante la fiaccolata risuonano come un monito: è fondamentale unire le forze per garantire un ambiente più sicuro e sano per i bambini, lontano dalla violenza e dalla criminalità . La comunità di Palermo continua a sperare in un cambiamento, ma la strada da percorrere è ancora lunga e complessa.