Trump avvia la fase 2 per Gaza, Meloni: “Stato palestinese se vengono rispettati gli accordi”

Marianna Ritini

Ottobre 14, 2025

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha definito il giorno del 15 aprile 2025 come “incredibile per il Medio Oriente“, sottolineando che ci sono voluti tremila anni per raggiungere questo traguardo. La premier italiana, Giorgia Meloni, ha espresso il suo sostegno al rafforzamento della presenza militare italiana nella regione, con l’approvazione delle Nazioni Unite, durante la storica cerimonia di firma di un accordo di pace all’International Conference Center di Sharm el-Sheikh, Egitto.

Quando Trump ha firmato l’accordo, la sala, affollata da oltre venti leader internazionali, ha esploso in un applauso. Meloni, visibilmente soddisfatta, ha ringraziato il presidente americano, che ha ricevuto elogi per il suo operato. La premier ha evidenziato che il percorso verso una pace duratura è ancora lungo, ma rimane fermamente ancorato alla prospettiva di una soluzione basata sulla creazione di due Stati. Ha anche sottolineato che il rispetto degli accordi firmati oggi avvicina il riconoscimento dello Stato palestinese da parte dell’Italia, a condizione che vengano soddisfatte le condizioni stabilite dal Parlamento.

Il summit di Sharm el-sheikh

Il vertice egiziano, che ha segnato un momento cruciale per il presidente Trump, ha avuto inizio con un ritardo di oltre tre ore, dovuto alla visita di Trump in Israele, dove ha tenuto un discorso di fronte alla Knesset. Durante il summit, Trump ha condiviso il palcoscenico con il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, che ha giocato un ruolo fondamentale nel facilitare il cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Anche il principe del Qatar, Tamim bin Hamad Al Thani, e il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, hanno avuto un ruolo decisivo nel negoziato. I leader si sono seduti fianco a fianco per firmare l’accordo, un gesto simbolico di unità e cooperazione.

Trump ha aperto le firme con una dichiarazione forte: “Ci sono voluti tremila anni per arrivare fin qui”. Ha descritto la giornata come storica per il mondo e per il Medio Oriente, affermando che l’accordo stabilirà regole e procedure per il futuro. Ha espresso gratitudine alle nazioni arabe e musulmane che hanno contribuito a questo risultato, affermando che ciò che era considerato impossibile è finalmente diventato realtà.

Il ruolo dell’italia nella ricostruzione

Giorgia Meloni è consapevole che la sfida ora inizia con la cessazione delle ostilità, dando avvio alla cosiddetta “fase 2 di Gaza“. L’Italia si propone di essere un attore chiave in questo processo. La premier ha elogiato l’impegno di Trump, definendo la giornata “storica” e sottolineando la liberazione degli ostaggi israeliani. Ha delineato i principali ambiti di intervento dell’Italia, che includono aiuti umanitari, assistenza sanitaria, sicurezza e ricostruzione.

Meloni ha chiarito che l’Italia è pronta a contribuire alla ricostruzione di Gaza, sia attraverso la cooperazione allo sviluppo che coinvolgendo il settore privato. Per quanto riguarda gli aiuti umanitari, il governo italiano continuerà con l’iniziativa “Food for Gaza” e intensificherà gli sforzi per evacuare i bambini in cerca di cure nei suoi ospedali. Inoltre, l’Italia sta già formando la polizia palestinese e partecipa a missioni di stabilizzazione.

La premier ha anche annunciato la disponibilità a rafforzare la presenza militare italiana a Gaza, considerando la partecipazione a una forza di stabilizzazione sotto mandato Onu, un passo che richiederebbe un voto parlamentare. Meloni ha specificato che non si tratterebbe di una missione di interposizione, ma di monitoraggio del cessate il fuoco, e ha pianificato di presentare un documento che delinei le proposte italiane per contribuire attivamente alla stabilizzazione della regione.

Durante gli incontri bilaterali, Meloni ha discusso con al-Sisi il sostegno dell’Italia a un processo politico volto a garantire pace e stabilità in Medio Oriente, basato sulla soluzione dei due Stati. In un incontro allargato con altri leader, si è discusso dell’urgenza di ampliare l’accesso umanitario per soddisfare le necessità della popolazione civile di Gaza.

La foto di gruppo scattata prima del summit ha evidenziato l’assenza del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, che non ha partecipato a causa dell’inizio della festività ebraica di Simchat Torah. In compenso, il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Mahmoud Abbas, ha avuto un incontro significativo con Trump, suggellando un momento di speranza per il futuro della regione. Con il termine ufficiale del summit, si avvia una nuova fase per Gaza, con la speranza che i giorni più difficili siano finalmente alle spalle.

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