Ponte Morandi: il pm di Genova richiede 18 anni e 6 mesi per Castellucci, ex Ad di Autostrade

Franco Fogli

Ottobre 14, 2025

Il 14 ottobre 2025, il pubblico ministero di Genova, Walter Cotugno, ha avanzato una richiesta di condanna di 18 anni e sei mesi per Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Autostrade, coinvolto nel processo riguardante il crollo del Ponte Morandi, avvenuto nel 2018. Castellucci è uno dei 57 imputati accusati di omicidi colposi, relativi alle 43 vittime del disastro, e del reato di crollo. La Procura, tuttavia, ha chiesto l’assoluzione per il reato di attentato alla sicurezza dei trasporti e per l’aggravante legata al monitoraggio.

Richiesta di condanna e responsabilità

Durante l’udienza, il pubblico ministero ha spiegato che la richiesta di pena per Castellucci è stata formulata tenendo conto delle gravi responsabilità emerse nel corso del processo. “È difficile chiedere una pena per questo imputato con la faccia serena”, ha dichiarato Cotugno, evidenziando come la richiesta di due mesi e venti giorni per ciascuno degli omicidi sia una misura necessaria. Il pm ha sottolineato l’importanza di adeguarsi alla gravità della situazione, affermando che la pena massima prevista dal legislatore deve essere applicata. “Se non per Castellucci, per chi?”, ha chiesto retoricamente il pubblico ministero, enfatizzando la necessità di una risposta giuridica adeguata.

Reazioni del comitato vittime

Egle Possetti, presidente del Comitato dei parenti delle vittime del crollo del Ponte Morandi, ha espresso soddisfazione per la richiesta di condanna avanzata dal pubblico ministero. “Per quanto si possa dire, c’è soddisfazione in questa prima richiesta”, ha commentato Possetti. La presidente ha sottolineato come il discorso del pm abbia messo in evidenza le enormi responsabilità legate alla gestione del ponte, che presentava problematiche note da tempo. “La richiesta di questa pena elevata è molto importante per noi”, ha aggiunto, sebbene abbia riconosciuto che, considerando l’età dell’imputato, potrebbero esserci delle agevolazioni, come gli arresti domiciliari.

Possetti ha concluso affermando che è essenziale ottenere una condanna che rifletta le evidenze presentate durante il processo. “Siamo stati frastornati oggi, ma è fondamentale che ci sia una giustizia in questo caso, data la gravità degli eventi e le responsabilità emerse”, ha affermato la presidente del comitato.

Il processo continua a svilupparsi, con gli occhi di molti puntati su come verrà affrontata la questione della responsabilità legale in relazione a un evento che ha segnato profondamente la città di Genova e l’Italia intera.

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