Alla presenza del Cardinale Baldo Réina, vicario del Papa per la Diocesi di Roma, il 14 ottobre 2025, nella chiesa di San Marco Evangelista, è stata svelata la Pala d’altare raffigurante la Madonna dell’Esilio, opera del pittore Andrea Fossombrone. Questo importante evento segna la conclusione di un lungo progetto di restauro, sostenuto dal Comitato scientifico dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (Anvgd) di Roma e finanziato con un contributo di L. 72.01. L’opera, donata nel 1950 alla comunità Giuliano-Dalmata di Roma dai coniugi Elio Bracco e Nina Salata, potrà ora essere ammirata nuovamente nella chiesa di Piazza Giuliani e Dalmati, un luogo di culto significativo per i residenti del quartiere. Il restauro non solo ha ripristinato l’opera, ma ha anche arricchito il Museo diffuso, riconosciuto ufficialmente nel quartiere da alcuni anni.
La cerimonia di svelamento
La cerimonia ufficiale ha avuto luogo con una Santa Messa presieduta dal Cardinale Baldo Réina e ha visto la partecipazione di numerose autorità locali, tra cui rappresentanti delle istituzioni religiose, civili e militari. Presenti anche Donatella Schürzel, Presidente dell’Anvgd di Roma, insieme a membri dell’Esecutivo e dei rappresentanti delle Associazioni storiche dell’Esodo. L’evento ha visto la partecipazione della Famiglia Bracco, con Gemma Bracco, Vicepresidente di Fondazione Bracco, accompagnata dalla figlia Eva Pedrazzini, consigliere della Fondazione e di Bracco SpA. Il restauro della Pala d’altare è un chiaro esempio del mecenatismo di Elio Bracco, il fondatore del Gruppo Bracco, che ha sempre dimostrato un forte legame con la sua terra d’origine e con gli esuli giuliano-dalmati.
La storia di Elio Bracco
Elio Bracco nacque il 3 aprile 1884 a Neresine, sull’isola di Lussino in Istria. Nel 1908 sposò Giovanna ‘Nina’ Salata, sorella del senatore del Regno Francesco Salata, e in quegli anni ricoprì il ruolo di segretario comunale di Neresine e di Ossero, nell’isola di Cherso. Bracco si distinse come figura di spicco dell’irredentismo istriano, ma nel 1914 fu arrestato con l’accusa di alto tradimento e imprigionato a Graz, in Austria, dove rimase per due anni. Anche la sua famiglia subì la stessa sorte, essendo internata a Mittergrabern, in Austria.
Dopo un processo che lo dichiarò non colpevole, Elio Bracco fu trasferito come aiutante nella lavanderia militare di Feldbach. Le sue lettere e il diario scritto durante la detenzione a Graz testimoniano le dure condizioni di vita affrontate con coraggio. Questo periodo segnò l’inizio delle difficoltà che portarono la famiglia Bracco a trasferirsi da Neresine a Milano, dove nel giugno del 1927 nacque il futuro Gruppo Bracco.
Il legame con la comunità giuliano-dalmata
Gemma Bracco ha espresso la sua gratitudine all’Associazione Giuliano Dalmata di Roma, sottolineando il forte legame della sua famiglia con le terre d’origine. Durante il secondo Dopoguerra, suo padre Fulvio si impegnò attivamente per supportare gli esuli istriani del campo profughi di Villa Reale di Monza, restituendo loro dignità e opportunità. La Fondazione Bracco ha continuato a mantenere vivo questo legame nel tempo. Nel 2020, ad esempio, ha finanziato, in collaborazione con il Comune di Milano e il Comitato Pro Monumento presso l’Anvgd di Milano, la realizzazione di una stele in Piazza della Repubblica a Milano, dedicata alla memoria dei martiri delle foibe e agli esuli istriani, fiumani e dalmati. La conclusione del restauro della Madonna dell’Esilio rappresenta un ulteriore passo nella costruzione di una memoria storica che è di fondamentale importanza per la comunità giuliano-dalmata romana.