Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha fatto il suo ingresso alla Knesset il 13 ottobre 2025, dopo un incontro significativo con i familiari dei venti ostaggi liberati da Hamas nella Striscia di Gaza. Questo evento segna una tappa storica, poiché l’ultima visita di un presidente americano alla Knesset risale al 2008, quando a intervenire fu George W. Bush. Trump ha definito l’accordo di pace per Gaza come “potrebbe essere la cosa più importante a cui abbia mai preso parte, il mio più grande successo”.
Il significato della visita alla knesset
La Knesset, il parlamento israeliano, ha ricevuto Trump in un momento cruciale per la regione. Il presidente americano ha sottolineato l’importanza del suo intervento, dichiarando che si tratta di una giornata eccezionale. Durante il suo arrivo all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, Trump ha espresso entusiasmo, affermando: “E’ una giornata fantastica. Forse il vostro giorno migliore”. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha risposto con soddisfazione, riconoscendo il significato storico di questo incontro.
Il presidente Trump ha anche mostrato un lato più personale, interagendo con l’ambasciatore israeliano a Washington, Yehiel Leiter. Quest’ultimo ha condiviso un momento toccante, in cui Trump ha fatto riferimento al figlio dell’ambasciatore, ucciso nei combattimenti nella Striscia di Gaza nel 2023. Questa interazione ha reso evidente il profondo impatto emotivo che la situazione attuale ha sulle vite delle persone coinvolte.
L’accordo di pace e le sue implicazioni
Durante un’intervista telefonica con Axios, Trump ha descritto l’accordo di pace per Gaza come un’opportunità unica e significativa. Ha affermato che il suo impegno per raggiungere una soluzione duratura in Medio Oriente potrebbe essere uno dei suoi più grandi successi. Mentre si dirigeva verso Israele a bordo dell’Air Force One, ha condiviso la sua visione di un messaggio di “amore e pace per l’eternità”.
Tuttavia, Trump ha anche espresso incertezze riguardo al suo futuro, affermando: “Non credo che ci sia niente che mi porterà in Paradiso”. Questo commento, fatto con una nota di umorismo, ha suscitato reazioni tra i giornalisti presenti. In un momento di leggerezza, ha suggerito che potrebbe essere già in Paradiso mentre vola sull’Air Force One.
La cerimonia per la pace a sharm el-sheikh
Nel pomeriggio dello stesso giorno, Trump parteciperà a una cerimonia per la pace a Sharm el-Sheikh, in Egitto. Ha espresso sorpresa per l’assenza di Netanyahu tra i partecipanti, sottolineando che la lista era stata stilata dagli organizzatori egiziani. La varietà di paesi rappresentati alla cerimonia è stata vista da Trump come un segno di unità internazionale attorno al suo piano per la risoluzione del conflitto a Gaza.
In merito alla presenza del presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Mahmoud Abbas, Trump ha dichiarato che la sua partecipazione è un segnale positivo. Ha elogiato Netanyahu, definendolo “la persona giusta al momento giusto” e ha riconosciuto che, nonostante alcune divergenze, le questioni sono state risolte rapidamente. La visita di Trump in Israele e il suo impegno per la pace in Medio Oriente rappresentano un capitolo importante nella storia delle relazioni tra Stati Uniti e Israele.