Moige: il 55% dei giovani trascorre oltre tre ore online, il 23% è coinvolto in cyberbullismo

Lorenzo Di Bari

Ottobre 13, 2025

L’iniziativa recentemente lanciata si colloca all’interno del progetto sociale denominato Educyber Generations. Secondo un’indagine condotta dal Moige e dall’Istituto Piepoli, oltre la metà dei ragazzi italiani, di età compresa tra gli 11 e i 18 anni, trascorre più di tre ore al giorno online. I risultati, pubblicati a metà anno del 2025 e basati su un campione di 1.546 studenti delle scuole medie e superiori, evidenziano come questa generazione digitale si trovi a navigare in un contesto sempre più complesso e rischioso, spesso senza un’adeguata consapevolezza. Il progetto, promosso dal Moige e sostenuto da Enel Cuore, in collaborazione con la Polizia di Stato, l’Anci, Google, Poste Italiane e con il supporto del Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo, mira a educare i giovani sull’uso sicuro del digitale e dell’intelligenza artificiale, promuovendo un dialogo intergenerazionale.

Il tempo trascorso online e l’uso dei dispositivi

Dall’indagine emerge che il 55% dei ragazzi utilizza internet per almeno tre ore al giorno, con il 14% che supera le cinque ore. Lo smartphone è il dispositivo predominante, utilizzato dal 93% degli intervistati, seguito da laptop e tablet. Questi dati confermano che la vita digitale è diventata una parte integrante della quotidianità giovanile. Tuttavia, l’uso prolungato della tecnologia ha portato a delle criticità: il 43% dei ragazzi riceve frequenti richiami dai familiari riguardo all’uso eccessivo dei dispositivi, mentre solo il 22% riesce a staccarsi senza provare ansia. Ciò indica una relazione problematica con la tecnologia, che necessita di un’attenzione educativa mirata.

Social network e relazioni virtuali

I social network rappresentano il principale canale di socializzazione per i giovani, con il 94% del campione che li frequenta regolarmente. WhatsApp risulta la piattaforma più utilizzata, con un tasso di utilizzo dell’87%, seguita da TikTok (58%), Instagram (57%) e YouTube (55%). Ben il 64% dei ragazzi si considera attivo sui social, ma la gestione della propria identità digitale rimane una criticità. Nonostante il 91% degli intervistati affermi di avere più amici nel mondo reale che online, la questione dell’esposizione dei contenuti e della propria identità digitale necessita di monitoraggio costante.

Rischi legati alle interazioni online

Il contatto con sconosciuti attraverso internet presenta vulnerabilità significative: il 30% dei ragazzi accetta richieste di amicizia da persone mai conosciute, e il 23% ha incontrato di persona qualcuno conosciuto online, con un picco del 31% tra i 15-17enni. Sebbene solo il 5% condivida regolarmente informazioni personali, comportamenti a rischio come il sexting e il revenge porn, seppur marginali, richiedono attenzione. La capacità di discernere informazioni affidabili è limitata: solo il 35% considera attendibili le informazioni lette online, mentre il 52% verifica sempre le notizie prima di credervi. Tuttavia, il 48% dei ragazzi ha subito almeno una volta l’influenza di fake news, evidenziando la necessità di sviluppare competenze di alfabetizzazione digitale.

Cyberbullismo e protezione della privacy

Il fenomeno del cyberbullismo colpisce una quota significativa di ragazzi: il 7% riporta di essere stato vittima, mentre il 16% ha assistito a episodi di violenza online. Quasi un quarto dei giovani è stato coinvolto in tali episodi, con comportamenti scorretti come esclusioni da gruppi e insulti che risultano tra i più comuni. Solo il 12% interviene a difesa della vittima, e il 5% riporta l’accaduto a un adulto. La protezione della privacy è parziale, con solo il 47% che discute regolarmente delle impostazioni di privacy con adulti di riferimento. La gestione della sicurezza digitale resta una questione critica, richiedendo interventi mirati da parte di famiglie, scuole e istituzioni.

Intelligenza artificiale e formazione

L’intelligenza artificiale ha un ruolo sempre più centrale nella vita dei giovani: il 51% degli intervistati la utilizza regolarmente, con un picco del 71% tra gli studenti delle superiori. Tuttavia, solo il 21% ha ricevuto una formazione adeguata sui rischi e le opportunità legate all’IA. Questo divario formativo espone i ragazzi a un uso superficiale e rischioso degli strumenti digitali. La supervisione da parte dei genitori diminuisce con l’età dei figli, e solo il 16% dei ragazzi considera utili i corsi sulla sicurezza digitale. A scuola, solo il 21% riceve informazioni approfondite sui rischi dell’IA, evidenziando la necessità di una collaborazione più forte tra famiglie, scuole e istituzioni.

L’evento coordinato da Antonio Affinita, cofondatore e direttore generale del Moige, ha visto la partecipazione di numerosi esperti e rappresentanti istituzionali, tra cui Livio Gigliuto, Maurizio Gasparri e Nunzia Ciardi. Durante l’incontro, sono stati premiati 45 giovani ambasciatori per il loro impegno nel campo della sicurezza digitale, provenienti da diverse scuole italiane. I relatori hanno sottolineato l’importanza di un impegno condiviso tra genitori, istituzioni e operatori tecnologici per educare i ragazzi a un uso consapevole e responsabile delle nuove tecnologie.

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