Gaza, liberati i primi sette ostaggi da Hamas: identità e dettagli

Franco Fogli

Ottobre 13, 2025

Il 13 ottobre 2025, Hamas ha annunciato la liberazione di sette ostaggi rapiti in Israele il 7 ottobre 2023, segnando un importante sviluppo dopo oltre due anni di prigionia. La notizia è stata accolta con sollievo e gioia dalle famiglie e dalla comunità israeliana, mentre il mondo osserva con attenzione gli sviluppi della situazione in Medio Oriente. Gli ostaggi, di età compresa tra i 22 e i 48 anni, hanno vissuto esperienze traumatiche durante il loro periodo di detenzione.

Dettagli sugli ostaggi liberati

Il primo ostaggio liberato è il sottufficiale Matan Angrest, 22 anni, catturato mentre cercava di fermare l’infiltrazione di un commando di Hamas nei pressi della base di Nahal Oz. Matan era a bordo del suo carro armato, dove i suoi tre compagni di equipaggio sono stati uccisi. Un video diffuso dalla famiglia nel 2025 ha mostrato il momento in cui è stato prelevato dal veicolo.

Un altro ostaggio, Guy Gilboa-Dalal, 24 anni, è stato rapito durante il festival musicale Nova. La sua esperienza è stata segnata da condizioni disumane, che hanno incluso la disidratazione estrema e la perdita temporanea dell’udito. Guy era un appassionato della cultura giapponese e stava pianificando un viaggio in Giappone prima del suo rapimento.

Il 24enne Alon Ohel è stato prelevato da un rifugio antiaereo durante lo stesso festival. Alon ha subito gravi ferite, inclusa la perdita della vista da un occhio, e ha vissuto in condizioni brutali, incatenato nei tunnel e senza accesso a cure mediche. Prima della sua cattura, Alon era un pianista con aspirazioni di studiare jazz a Tel Aviv.

Un altro ostaggio, Eitan Horn, 39 anni, è stato rapito a Nir Oz, dove viveva con la sua famiglia. Eitan ha lavorato come educatore e ha dedicato la sua vita ai movimenti giovanili, prestando servizio anche in Perù. Suo fratello, che era anch’esso prigioniero, è stato rilasciato nel febbraio 2025.

I gemelli Gali e Ziv Berman, 28 anni, sono stati rapiti nel kibbutz Kfar Aza. Entrambi lavoravano nel settore musicale e hanno vissuto un’esperienza traumatica durante la loro detenzione. Infine, Omri Miran, 48 anni, massaggiatore con nazionalità ungherese, è stato catturato nel kibbutz Nahal Oz. Durante la sua prigionia, ha descritto la situazione difficile a causa dei bombardamenti israeliani, mentre suo padre ha atteso il suo ritorno con la speranza di rivedere il figlio.

Reazioni alla liberazione

La liberazione di questi ostaggi ha suscitato reazioni di gioia e sollievo in Israele, dove le famiglie degli ostaggi hanno atteso con ansia il loro ritorno. La notizia è stata accolta con grande emozione, non solo dai familiari, ma anche dalla comunità israeliana, che ha vissuto un lungo periodo di incertezze e preoccupazioni.

Le autorità israeliane hanno espresso gratitudine per il ritorno degli ostaggi e hanno ribadito l’importanza di continuare a lavorare per garantire la sicurezza dei cittadini. Anche se la liberazione di questi sette uomini rappresenta un passo positivo, la situazione nel Medio Oriente rimane complessa e delicata.

Il governo israeliano ha sottolineato la necessità di affrontare le radici del conflitto e di cercare soluzioni durature per garantire la pace nella regione. I familiari degli ostaggi liberati hanno chiesto che vengano presi provvedimenti per evitare che simili tragedie si ripetano in futuro.

La liberazione di oggi rappresenta un momento significativo nella storia recente di Israele e Hamas, con il mondo che osserva attentamente gli sviluppi futuri e le possibili conseguenze di questa situazione.

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