Polonia: droni e migranti al centro della guerra ibrida tra Mosca e Minsk

Franco Fogli

Ottobre 12, 2025

Il vice ministro della Difesa polacco, Pawel Zalewski, ha recentemente espresso preoccupazione per le continue provocazioni da parte della Russia, sottolineando che il Paese sta testando le difese della Polonia. Durante un incontro a Varsavia con un gruppo di giornalisti italiani, Zalewski ha descritto la strategia russa di guerra ibrida, che coinvolge droni, migranti, cyberattacchi e disinformazione, e ha evidenziato come la Bielorussia stia giocando un ruolo chiave in queste operazioni. La Polonia, secondo il vice ministro, è uno dei Paesi dell’Est europeo più esposti a tali aggressioni, con l’obiettivo di destabilizzare la regione.

La strategia di difesa della polonia

Zalewski ha parlato del progetto “East Shield”, lanciato dal governo polacco nel 2024, come misura preventiva contro le potenziali aggressioni russe o bielorusse. Questo piano prevede un investimento di 10 milioni di zloty, pari a oltre 2,3 miliardi di euro, per la creazione di un “scudo” composto da barriere anticarro, sistemi anti-droni e mine, che saranno installate se necessario. L’obiettivo è proteggere ogni parte del territorio polacco e garantire la sicurezza dello spazio aereo.

Recentemente, la Polonia ha subito un’incursione di 21 droni russi, avvenuta un mese fa, che è stata interpretata come un attacco deliberato da parte di Mosca, soprattutto in vista delle manovre militari Zapad 2025 tra Russia e Bielorussia. Fonti del ministero degli Esteri polacco hanno confermato che l’attacco mirava a testare le capacità difensive del Paese. I droni, sebbene non armati, erano dotati di serbatoi aggiuntivi per coprire lunghe distanze, evidenziando la preparazione russa. L’intensificazione degli attacchi è vista come una reazione alla situazione stagnante al fronte e agli attacchi ucraini alle infrastrutture energetiche russe. Zalewski ha sottolineato l’importanza di una risposta forte da parte degli alleati per evitare di incoraggiare ulteriori aggressioni da parte russa.

La crisi dei migranti al confine con la bielorussia

Un altro fronte critico per la Polonia è rappresentato dai 418 chilometri di confine con la Bielorussia, dove ogni giorno si registrano tentativi di attraversamento da parte di migranti illegali. Fino al 2021, non esisteva alcuna barriera fisica tra i due Paesi, ma ora è stata costruita una barriera sia fisica che elettronica, che ha contribuito a ridurre i tentativi di ingresso. Nella regione di Podlaski, che gestisce 247 chilometri di confine, i tentativi di attraversamento sono diminuiti da circa 38mila nel 2021 a poco meno di 26mila quest’anno, secondo i dati aggiornati al 5 ottobre.

La Guardia di frontiera polacca ha riportato che il 95% dei migranti che hanno tentato di entrare sono stati bloccati e rimandati in Bielorussia. Molti di questi migranti provengono da Paesi come Afghanistan, Pakistan, Iraq, Eritrea, Somalia ed Etiopia, e pagano somme considerevoli a organizzazioni criminali per ottenere visti per la Russia e raggiungere il confine polacco. La portavoce della Guardia di frontiera della regione di Podlaski, il maggiore Katarzyna Zdanowicz, ha descritto la situazione come “altamente imprevedibile”, sottolineando l’incertezza riguardo alle azioni future dei servizi bielorussi.

Il personale di frontiera, composto da circa cinquemila uomini, è spesso soggetto a violenze, inclusi lanci di pietre e molotov. Nonostante ciò, la Guardia di frontiera collabora con organizzazioni non governative per garantire il rispetto dei diritti umani dei migranti, offrendo assistenza sanitaria a chi ne ha bisogno. Negli ultimi quattro anni, sono stati registrati circa trenta decessi tra i migranti.

Cyberattacchi e disinformazione come strumenti di guerra

Il terzo fronte della guerra ibrida russa, supportata dalla Bielorussia, è rappresentato dai cyberattacchi e dalla disinformazione. Per contrastare queste minacce, il ministero degli Esteri polacco ha istituito un Dipartimento per la comunicazione strategica, composto da circa trenta persone. Questo dipartimento ha l’obiettivo di creare confusione e panico tra la popolazione polacca, così come tra i polacchi e gli ucraini e tra i polacchi e gli europei.

Il portavoce del ministero, Jacek Dobrzynski, ha citato diversi episodi di sabotaggio, tra cui un cyberattacco contro l’agenzia di stampa Pap e incendi dolosi in centri commerciali. La disinformazione si manifesta anche attraverso il reclutamento di giovani che affiggono manifesti contro l’Unione Europea e la NATO, e vandalizzano spazi pubblici con simboli e scritte a favore di figure storiche controverse.

Le autorità polacche sono consapevoli dell’efficacia di queste strategie, ma non hanno certezze sulla loro portata. Per contrastare la disinformazione, la Polonia utilizza anche Tvp World Services, una unità della televisione di Stato, per diffondere informazioni corrette e sostenere gli oppositori di Mosca e Minsk.

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