Madagascar: l’esercito appoggia le manifestazioni, il presidente parla di golpe

Marianna Ritini

Ottobre 12, 2025

La situazione in Madagascar sta vivendo un momento di intensa tensione, con i soldati ribelli che si schierano a fianco dei manifestanti contro il governo. Il 12 ottobre 2025, ad Antananarivo, le forze speciali Capsat hanno chiesto alle unità di sicurezza di non aprire il fuoco sui cittadini, mentre si preparano a prendere il controllo delle forze militari del Paese.

Le proteste e il ruolo dei militari

Le manifestazioni, che hanno avuto inizio il 25 settembre 2025, sono state innescate da un malcontento diffuso tra la popolazione, inizialmente motivato dai tagli nelle forniture di acqua ed elettricità. Tuttavia, il malcontento è rapidamente evoluto in una contestazione più ampia nei confronti del governo di Andry Rajoelina, accusato di non rispettare i diritti fondamentali dei cittadini. I soldati di Capsat, un’unità militare che in passato aveva sostenuto il presidente, hanno deciso di unirsi ai manifestanti, portando mezzi blindati e sventolando le bandiere nazionali.

Il presidente Rajoelina ha denunciato pubblicamente il tentativo di usurpare il potere, definendo le azioni dei militari come un attacco contro la Costituzione e i principi democratici. La sua amministrazione si trova ora a fronteggiare una crisi di legittimità, con le forze armate che minacciano di disobbedire agli ordini e di instaurare un nuovo comando militare.

La posizione delle forze speciali Capsat

Le unità di Capsat, nel corso di una dichiarazione video, hanno affermato che d’ora in poi tutti gli ordini militari sarebbero stati emessi dal loro quartier generale a Soanierana, situato a sud di Antananarivo. Questo segna un cambiamento significativo nel panorama politico e militare del Madagascar, dove i soldati che una volta sostenevano il presidente ora si oppongono a lui. I militari di Capsat, che avevano portato Rajoelina al potere attraverso un colpo di stato nel 2009, ora si trovano in una posizione di conflitto aperto con il governo.

L’appello alle forze di sicurezza di rifiutare gli ordini di aprire il fuoco sui manifestanti evidenzia la crescente divisione all’interno delle forze armate e il rischio di escalation della violenza. La situazione è ulteriormente complicata dalla partecipazione attiva della generazione Z, che ha preso parte alle proteste, esprimendo il desiderio di un cambiamento radicale nel sistema politico del Paese.

Le reazioni internazionali e le prospettive future

La comunità internazionale sta monitorando da vicino gli sviluppi in Madagascar, preoccupata per la stabilità della regione. Organizzazioni e governi esteri hanno già espresso le loro preoccupazioni, invitando le parti coinvolte a risolvere le tensioni attraverso il dialogo e il rispetto dei diritti umani. La situazione rimane fluida e incerta, con la possibilità di ulteriori manifestazioni e scontri.

La risposta del governo e delle forze armate sarà cruciale per determinare il futuro politico del Madagascar. La pressione popolare e la crescente insoddisfazione potrebbero portare a cambiamenti significativi, mentre il presidente Rajoelina si trova a dover affrontare una crisi senza precedenti. Con le forze di sicurezza divise e il sostegno popolare in calo, il destino del governo attuale appare sempre più precario.

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