Il cinema piange Diane Keaton, icona di ironia e anticonformismo scomparsa

Marianna Ritini

Ottobre 11, 2025

L’attrice premio Oscar Diane Keaton è deceduta a Los Angeles all’età di 79 anni. Iconica per il suo ruolo in “Io e Annie” e per la sua interpretazione nella saga de “Il Padrino“, ha lasciato un segno indelebile nella storia del cinema. La notizia della sua morte, avvenuta in California, è stata riportata da People Magazine, che non ha fornito ulteriori dettagli sulle cause del decesso. La scomparsa di Keaton rappresenta una grande perdita per Hollywood, che ha visto in lei non solo un’attrice straordinaria, ma anche una figura che ha ridefinito il concetto di femminilità sul grande schermo, incarnando intelligenza, ironia e uno stile anticonformista.

La vita e la carriera di Diane Keaton

Diane Keaton, nata a Los Angeles il 5 gennaio 1946 con il nome di Diane Hall, ha scelto di utilizzare il cognome da nubile della madre, Keaton, per distinguersi nel competitivo mondo dello spettacolo. Dopo aver frequentato il Neighborhood Playhouse di New York per studiare recitazione, ha fatto il suo debutto a Broadway nel 1968 con “Hair“. La sua carriera cinematografica ha preso il volo grazie al ruolo di Kay Adams, la moglie di Michael Corleone interpretato da Al Pacino, nella trilogia de “Il Padrino” diretta da Francis Ford Coppola, i cui film sono stati rilasciati nel 1972, 1974 e 1990. Questo personaggio ha offerto un punto di vista femminile sulla complessa storia della famiglia mafiosa Corleone, accompagnando il pubblico attraverso l’evoluzione del protagonista.

Il legame artistico con Woody Allen

Il sodalizio tra Diane Keaton e il regista Woody Allen ha segnato un capitolo fondamentale della sua carriera. I due si conobbero alla fine degli anni ’60, e la loro relazione si trasformò in una collaborazione artistica che ha prodotto alcuni dei film più iconici della commedia romantica. Dopo “Provaci ancora, Sam” nel 1972, Keaton divenne protagonista di opere come “Il dormiglione” (1973), “Amore e guerra” (1975) e “Manhattan” (1979). Il culmine della loro collaborazione si raggiunse con “Io e Annie” nel 1977, un film che ha rivoluzionato il genere e le è valso l’Oscar come miglior attrice protagonista, oltre a numerosi altri riconoscimenti.

Un’attrice versatile e innovativa

Nel corso della sua carriera, Diane Keaton ha dimostrato una notevole versatilità, cimentandosi in ruoli drammatici e commedie leggere. Le sue interpretazioni in film come “In cerca di Mr. Goodbar” (1977), “Reds” (1981) e “La stanza di Marvin” (1996) hanno messo in luce le sue doti interpretative, guadagnandole diverse candidature agli Oscar. Il pubblico ha apprezzato anche la sua interpretazione di madri anticonvenzionali in pellicole come “Baby Boom” (1987) e “Il padre della sposa” (1991), fino al grande successo di “Tutto può succedere” (2003), dove recitava al fianco di Jack Nicholson.

Una carriera ricca di riconoscimenti e creatività

Diane Keaton ha ricevuto numerosi premi nel corso della sua lunga carriera, tra cui un David di Donatello come miglior attrice straniera per “Reds” nel 1982. Ha vinto un Golden Globe per “Tutto può succedere” e ha ottenuto diverse nomination per i suoi ruoli in film di grande successo. Oltre alla recitazione, Keaton ha dimostrato la sua creatività come regista, documentarista e scrittrice, pubblicando opere su memorie, fotografia e restauro architettonico.

La vita personale e l’eredità di Diane Keaton

Diane Keaton ha scelto di non sposarsi, affermando di non aver mai desiderato condividere la vita quotidiana con un partner. Tuttavia, ha adottato due figli, Dexter nel 1995 e Duke nel 2000, scegliendo di diventare madre single in età matura. Il suo stile unico, caratterizzato da abiti presi dal suo guardaroba, ha ispirato generazioni di donne, rendendola un simbolo di indipendenza e originalità. La sua interpretazione in “Io e Annie” è stata riconosciuta tra le 100 migliori performance cinematografiche di tutti i tempi dalla rivista “Premiere“. Diane Keaton rimarrà per sempre una figura iconica nel panorama cinematografico, il cui impatto continuerà a influenzare le future generazioni di artisti.

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