Giuseppe Sempio, padre di Andrea, è intervenuto durante la trasmissione “Quarto Grado” l’11 ottobre 2025, per chiarire il significato di alcuni appunti rinvenuti nella sua abitazione. Gli inquirenti stanno indagando su un possibile caso di corruzione legato all’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, che nel 2017 archiviò il caso del figlio. Durante il servizio, Sempio ha fornito spiegazioni dettagliate riguardo ai bigliettini mostrati, rivelando il contesto di ciascun appunto.
Il significato degli appunti
Nel corso della trasmissione, Giuseppe Sempio ha analizzato vari bigliettini, chiarendo il contenuto di ognuno. Il primo appunto recitava “Venditti Gip archivia X 20-30 euro”, dove per la Procura di Brescia si intendevano 20-30 mila euro. Sempio ha affermato: “La storia dei 20-30 euro bisogna sfatarla un po’. Stanno mischiando tutte le cose. Se ci fosse stato scritto 20, 30, 40 o 200 mila euro… ma c’era scritto un’altra cifra”. Ha specificato che si riferiva a questioni legate agli avvocati, evidenziando la confusione che circonda il caso.
Un secondo appunto riportava: “Cosa succede se i Giarda presentano un’istanza di revisione a Brescia fatta bene?”. Sempio ha chiarito che non avendo idea delle possibili conseguenze, si trattava di una domanda da porre ai legali. Un altro bigliettino conteneva la nota: “Pensiero del papà, il soggetto ha un nome e un cognome per la legge italiana. Si chiama Sempi-Andrè”. Sempio ha spiegato che probabilmente aveva annotato qualcosa letto su un giornale, sottolineando che non dava troppo peso a quelle frasi.
Annotazioni e contestazioni
Un altro bigliettino riportava la data “4 febbraio 2016” e menzionava il Gip Venditti, con la nota che se avesse archiviato l’indagine, avrebbe dovuto includere il nome di Andrea Sempio nell’archiviazione. Sempio ha dichiarato: “Io Gip, Gup o quelle robe lì, ancora adesso non riesco a capire che mansione ha”. Inoltre, un’altra annotazione riguardava l’accusa di Stasi verso la famiglia Sempio, in quanto accusata di aver seguito Andrea, con riferimento al Dna. Sempio ha chiarito: “Sono cose che io in casa mi appuntavo se leggevo qualche frase sul giornale“, rimarcando il fatto che non intendeva difendersi ma piuttosto chiarire la situazione.
Il padre di Andrea ha cercato di mettere in luce la confusione che circonda le sue annotazioni, chiarendo che si trattava di pensieri e domande, piuttosto che di prove concrete. Il suo intervento ha sollevato interrogativi sulla gestione del caso e sul ruolo degli avvocati, in un contesto già complesso e delicato.