Gaza, la ricostruzione richiederà tempo e risorse: stime a poche ore dal cessate il fuoco

Marianna Ritini

Ottobre 10, 2025

Lo scenario attuale a Gaza è caratterizzato da una situazione di grande complessità, con la necessità di stabilire condizioni che non sono ancora state realizzate. La definizione del ruolo di Hamas e delle autorità palestinesi, le concessioni da parte di Israele e gli interessi degli Stati Uniti sono solo alcune delle questioni che devono essere affrontate.

Cessate il fuoco e ricostruzione

Il cessate il fuoco a Gaza, se il piano per una pace duratura con Israele dovesse proseguire, porta alla ribalta il tema della ricostruzione. Accanto alle soluzioni politiche necessarie per governare la Striscia, ci sono stime sui danni causati da due anni di conflitto e le risorse necessarie per ripristinare le abitazioni, le infrastrutture e una vita sociale ed economica completamente distrutte. Queste stime, peraltro, sono necessariamente approssimative e dovranno essere aggiornate una volta che la situazione sul campo sarà più chiara, in particolare quando Gaza sarà effettivamente un territorio privo di operazioni militari e sarà definita l’autonomia della popolazione, così come la quantità e la qualità degli aiuti provenienti dall’esterno.

Stime sui danni e macerie

Un punto di partenza è l’accordo recentemente siglato tra Israele e Hamas. Dopo il ritiro parziale delle Forze di Difesa Israeliane (IDF), dovranno iniziare le operazioni di rimozione delle macerie. Determinare un numero preciso delle macerie è difficile, se non impossibile, prima di effettuare le verifiche sul terreno. Secondo l’ultima stima ufficiale fornita dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), si parla di circa 61 milioni di tonnellate di detriti e della distruzione, totale o parziale, di almeno 250 mila edifici. La rimozione di tale quantità di macerie richiederà inevitabilmente decenni, considerando anche il numero di corpi che potrebbero trovarsi sepolti sotto di esse e la presenza di ordigni inesplosi. Il costo per smaltire i detriti è stimato in oltre un miliardo di dollari.

Situazione attuale a Gaza

In questo contesto, si stima che a Gaza quasi nessuno abbia più una casa: il 90% degli appartamenti è stato distrutto o danneggiato, il 94% degli ospedali è andato perduto, l’86% dei campi non è più coltivabile, il 77% delle scuole e il 65% delle strade necessitano di una ricostruzione totale. Le stime sul costo complessivo della ricostruzione a Gaza sono estremamente difficili da formulare, ma si parla di diverse decine di miliardi di dollari. Una valutazione della Banca Mondiale risalente a febbraio 2025 indicava già un fabbisogno superiore ai 50 miliardi di dollari.

Ruolo della comunità internazionale e Italia

Un altro aspetto cruciale è la reale possibilità per la comunità internazionale di contribuire alla ricostruzione di Gaza. Ciò dipenderà dalle decisioni che verranno prese e dalle modalità di ingaggio che saranno consentite. Le volontà delle autorità palestinesi, il futuro di Hamas e le concessioni di Israele, insieme agli interessi degli Stati Uniti, giocheranno un ruolo fondamentale. L’ex presidente Trump ha già annunciato un piano di sviluppo e agevolazioni fiscali per chi deciderà di investire a Gaza, ma la situazione rimane complessa.

Per quanto riguarda l’Italia, il premier Giorgia Meloni ha dichiarato che il paese è pronto a fornire supporto. “Se ci verrà chiesto un contributo, siamo ovviamente pronti a stare in prima linea. Il lavoro è lungo e coinvolgerà anche noi e la comunità internazionale”. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha aggiunto che l’Italia è disposta a contribuire al consolidamento del cessate il fuoco, all’invio di aiuti umanitari e alla partecipazione alla ricostruzione di Gaza. La possibilità di inviare forze militari in caso di creazione di una forza internazionale di pace è stata menzionata, ma le condizioni necessarie per realizzare tutto ciò sono ancora da definire. La premier Meloni ha sottolineato l’importanza del disarmo di Hamas e la necessità di fermare gli insediamenti in Cisgiordania, insieme a un percorso di riforma per l’Autorità Nazionale Palestinese.

Il cammino verso una reale ricostruzione di Gaza è solo all’inizio, con molte incognite da affrontare.

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