Il 10 ottobre 2025, Oslo attende con trepidazione l’annuncio del vincitore del Premio Nobel per la Pace. Erik Aasheim, portavoce del comitato, ha confermato che l’ultima riunione si è tenuta lunedì, escludendo ulteriori incontri prima dell’annuncio ufficiale.
Donald Trump ha recentemente dichiarato di essere il “peacemaker” dietro l’accordo tra Israele e Hamas, un risultato che considera il suo più grande successo diplomatico. Nel suo post, Trump ha affermato: “Blessed are the peacemakers”, rivendicando un ruolo centrale nella promozione della pace e sottolineando la possibilità di ricevere il Premio Nobel per la Pace 2025. Questo annuncio giunge dopo mesi di pressioni da parte sua, nelle quali ha affermato di meritare il riconoscimento, lamentando che verrà conferito a chi non ha contribuito in alcun modo.
Negli ultimi giorni, si sono intensificati gli appelli affinché Trump venga premiato, tra cui quello dei familiari degli ostaggi israeliani. Dall’Istituto norvegese del Nobel, Aasheim ha ribadito la riservatezza del comitato, specificando che non sono previsti altri incontri e che ci sarà un vincitore, contrariamente alle speculazioni riguardo a un possibile rinvio del premio a causa della situazione geopolitica.
I pronostici sul vincitore
Asle Sveen, storico esperto di premi Nobel, ha dichiarato di essere “sicuro al 100%” che Trump non sarà il vincitore. Secondo lui, il comitato ha già preso una decisione e l’accordo tra Israele e Hamas non influirà sulla scelta. Sveen ha ricordato che Trump ha fornito sostegno militare a Benjamin Netanyahu, il primo ministro israeliano, il quale ha lodato Trump per il suo ruolo nel promuovere la pace in Medio Oriente.
Le candidature per il Premio Nobel 2025 sono state numerose, ma molte sono arrivate oltre la scadenza del 31 gennaio. Nina Grager, direttrice dell’Istituto di ricerca per la Pace di Oslo, ha dichiarato che è improbabile che gli sviluppi recenti a Gaza influenzino le decisioni del comitato, ma ha aggiunto che se il piano di Trump dovesse portare a una pace duratura, potrebbe essere considerato l’anno successivo.
Il pressing per il premio
Jorgen Watne Frydnes, presidente del comitato Nobel, ha minimizzato le pressioni ricevute da Trump e dagli altri membri nominati. Ha spiegato che ogni anno giungono migliaia di richieste e lettere, ma il comitato opera in totale indipendenza. Tuttavia, alcuni media hanno riportato che Trump avrebbe contattato Jens Stoltenberg, ex capo della NATO, per cercare supporto.
Frydnes ha sottolineato l’importanza di mantenere ferme le decisioni del comitato, affermando che il mondo osserva come si possa raggiungere la pace. Ha anche evidenziato le critiche a Trump per le sue politiche che potrebbero minare la libertà accademica e la democrazia. In Norvegia e nel resto del mondo, molti ricordano che la leadership di Trump, caratterizzata da divisioni e conflitti, si discosta dai principi per cui il premio è stato conferito negli ultimi 125 anni.
Grager ha aggiunto che il ritiro di Trump da istituzioni internazionali, come l’Organizzazione Mondiale della Sanità , non favorisce la cooperazione globale. La repressione di proteste e la gestione dei media critici sono ulteriori aspetti che pongono interrogativi sulla sua idoneità a ricevere un premio per la pace.