Gershon Baskin, noto mediatore e attivista israeliano, ha rilasciato dichiarazioni significative all’Adnkronos riguardo a un accordo storico che segna la fine della guerra nella Striscia di Gaza. Questo accordo è stato raggiunto durante i colloqui tenutisi a Sharm el-Sheikh, in Egitto, e rappresenta un passo cruciale verso la pace nella regione. Baskin ha sottolineato il ruolo determinante degli Stati Uniti, affermando che il presidente americano Donald Trump merita di essere candidato al Premio Nobel per la pace per i suoi sforzi.
Un momento storico per il Medio Oriente
Il 9 ottobre 2025, Baskin ha descritto l’accordo come un evento senza precedenti, evidenziando che per la prima volta rappresentanti ufficiali di Israele e funzionari di Hamas si sono trovati nella stessa stanza. Questo incontro ha segnato una rottura di un tabù che ha caratterizzato i rapporti tra le due parti per anni. L’attivista ha affermato di aver visto il video dell’incontro, rispondendo così alle critiche sollevate da un articolo del Times of Israel che metteva in dubbio la veridicità delle immagini.
Nonostante le polemiche, Baskin ha partecipato attivamente al processo di negoziazione, contribuendo a discutere vari aspetti dell’accordo. Ha rivelato di aver lavorato per creare un canale di comunicazione segreto tra gli Stati Uniti e Hamas, consapevole che i negoziati diretti con Israele non sarebbero stati efficaci. Il 19 settembre, l’inviato di Trump per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ha contattato Baskin per discutere un piano, dando avvio a una serie di conversazioni che hanno portato alla formulazione dell’accordo.
Le dinamiche della negoziazione
Baskin ha spiegato che gli Stati Uniti hanno richiesto il suo aiuto per convincere Hamas della serietà dell’intento di Trump di porre fine al conflitto. Negli ultimi mesi, ha mantenuto contatti con otto membri della leadership di Hamas, di cui tre hanno partecipato attivamente alle discussioni. L’attivista ha ritenuto che se Trump fosse stato determinato a fermare la guerra, avrebbe potuto costringere Netanyahu a firmare l’accordo, e così è avvenuto.
Tuttavia, Baskin ha precisato di non aver partecipato direttamente ai colloqui a Sharm el-Sheikh e di non essere a conoscenza di tutte le decisioni prese, in particolare riguardo alla richiesta di rilascio di Marwan Barghouthi, una questione ritenuta cruciale per Hamas. Nonostante ciò, ha definito l’accordo una mossa brillante, sottolineando come Trump abbia vincolato Netanyahu all’intesa, mentre attori come Qatar, Egitto e Turchia hanno fatto lo stesso con Hamas.
Il ruolo degli attori internazionali
Baskin ha voluto mettere in evidenza l’importanza di Steve Witkoff nel processo di negoziazione, affermando che senza il suo intervento nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile. Ha anche indicato il ruolo di Jared Kushner come fondamentale per il futuro delle relazioni israelo-palestinesi, suggerendo che il ministro israeliano per gli Affari strategici, Ron Dermer, lavorerà sotto la direzione di Kushner piuttosto che di Netanyahu. Questa dinamica potrebbe influenzare in modo significativo le future trattative.
Inoltre, Baskin ha sottolineato che la Turchia ha esercitato una pressione cruciale su Hamas affinché accettasse l’accordo, evitando che si ritirasse dai negoziati. Con l’accordo in atto, ha concluso, israeliani e palestinesi possono finalmente iniziare a respirare, attendendo l’attuazione completa del piano di pace.