Luciano Belli Paci ha rilasciato un’intervista al ‘Corriere della Sera’ il 8 ottobre 2025, in cui esprime preoccupazione riguardo a un fenomeno che definisce come una “pulizia del pensiero” in Italia. Secondo Belli Paci, questo processo non è limitato alla senatrice Francesca Albanese, ma coinvolge un’ampia gamma di voci nel dibattito pubblico. L’intervista si concentra in particolare sulle recenti dichiarazioni della dottoressa Albanese in merito alla situazione in Gaza e al concetto di genocidio.
Le dichiarazioni di Luciano Belli Paci
Luciano Belli Paci, figlio della nota figura pubblica Liliana Segre, ha commentato l’atteggiamento della dottoressa Albanese, affermando che la giurista sembra appartenere a una categoria di persone “ossessionate” dalla figura di sua madre. Questo è emerso in seguito a un post di Albanese, in cui si trovava davanti a un murale che ritraeva Segre, accompagnato dall’hashtag #Gazagenocide. Belli Paci ha sottolineato che tale scelta comunicativa sembra ignorare il messaggio di Segre, la quale ha sempre espresso la sua repulsione verso il governo di Netanyahu e ha condannato le violenze perpetrate da entrambi i lati del conflitto israelo-palestinese.
Nel suo intervento, Belli Paci ha messo in evidenza come la semplice espressione di un pensiero critico da parte di Segre riguardo all’uso della parola “genocidio” possa generare una reazione di disprezzo. Ha sottolineato che la giurista non ha compreso appieno le posizioni di Segre, la quale ha sempre manifestato empatia per tutte le vittime, indipendentemente dalla loro nazionalità.
Il dibattito sulla libertà di espressione
Belli Paci ha continuato a discutere le implicazioni di questa “pulizia del pensiero”, affermando che in Italia si sta assistendo a una violazione della libertà di espressione. Secondo lui, il dibattito pubblico è contaminato dalla guerra e le posizioni sono diventate sempre più polarizzate. Ha avvertito che la violenza verbale può sfociare in violenza fisica, richiamando alla memoria eventi storici degli anni Settanta, quando il clima politico era caratterizzato da tensioni estreme.
Il figlio di Segre ha insistito sul fatto che ogni posizione politica dovrebbe essere rispettata, e che non dovrebbe essere vietato esprimere opinioni diverse da quelle di Albanese. Ha citato esperti come Marcello Flores e Andrea Graziosi, che non concordano sull’uso della parola genocidio in relazione alla situazione attuale a Gaza, evidenziando come il dibattito debba rimanere aperto e inclusivo.
Il caso di Francesca Albanese in tv
Albanese è stata al centro di una controversia durante la trasmissione ‘In Onda’, andata in onda domenica sera. La giurista, che doveva lasciare lo studio per un altro impegno, ha abbandonato la trasmissione in modo repentino mentre Francesco Giubilei esprimeva il suo accordo con le posizioni di Liliana Segre. Questo episodio ha suscitato ulteriori discussioni sulla tolleranza e sull’intolleranza nel dibattito pubblico riguardo al conflitto israelo-palestinese.
Belli Paci ha concluso il suo intervento sottolineando che il problema va oltre la figura di Albanese, evidenziando un clima di intolleranza che sembra crescere, in particolare all’interno della sinistra. Ha invitato a riflettere su come la società dovrebbe affrontare le posizioni estremiste, senza minimizzare il rischio rappresentato da chi equipara Hamas alla Resistenza. Questo richiamo alla responsabilità collettiva si pone come un invito a mantenere viva la discussione su temi delicati e complessi come quello della guerra e della pace.