Farmaci per la Bpco: esperti affermano che la stabilizzazione è possibile

Marianna Ritini

Ottobre 8, 2025

La broncopneumopatia cronica ostruttiva, nota come Bpco o Copd, rappresenta una condizione patologica persistente e progressiva, caratterizzata da una difficile gestione. Tuttavia, recenti studi rivelano che è possibile ottenere risultati positivi nella stabilizzazione della malattia grazie a un trattamento mirato. L’adozione di una triplice terapia ha dimostrato di poter rallentare il danno alle vie respiratorie, con un tasso di successo che raggiunge il 25% dei pazienti, come evidenziato da una nota di Gsk.

Il concetto di stabilità nella Bpco

La Bpco, che include bronchite cronica ed enfisema polmonare, è tradizionalmente vista come una malattia inarrestabile. Tuttavia, il concetto di Copd Stability offre una nuova prospettiva, permettendo di mantenere una condizione di stabilità clinica per un periodo prolungato. Questo approccio mira a ridurre al minimo le riacutizzazioni e i ricoveri, migliorando nel contempo la qualità della vita dei pazienti. I dati provenienti dagli studi Impact e Fulfil, presentati al Congresso dell’American Thoracic Society, dimostrano che oltre un quarto dei malati può beneficiare di un anno di stabilizzazione della patologia.

Statistiche globali sulla Bpco

Secondo una pubblicazione di The Lancet Respiratory Medicine nel 2025, oltre 213 milioni di persone nel mondo soffrono di Bpco, basandosi su diagnosi confermate. Tuttavia, le stime della International Respiratory Coalition suggeriscono che il numero reale di soggetti affetti potrebbe superare i 300 milioni, portando a una prevalenza globale dell’11,7%. Le malattie croniche non trasmissibili hanno causato nel 2021 oltre 43 milioni di morti, con 4,4 milioni attribuibili a patologie respiratorie croniche, colpendo in modo significativo le persone sotto i 70 anni. In Italia, si registra un incremento delle patologie respiratorie croniche, spesso diagnosticate in fase avanzata, mentre i sintomi iniziali come tosse persistente e affanno vengono frequentemente trascurati.

Il ruolo della triplice terapia

Fulvio Braido, direttore della Clinica Malattie Respiratorie e Allergologia presso l’ospedale Policlinico Irccs San Martino di Genova, sottolinea come la stabilizzazione della Bpco rappresenti un obiettivo terapeutico tangibile. La triplice terapia si distingue per la sua capacità di rallentare l’evoluzione della malattia rispetto alla duplice terapia, migliorando la prognosi per i pazienti. La stabilità viene definita attraverso tre parametri chiave: la funzione polmonare, il rischio di riacutizzazioni e lo stato di salute generale. Questi aspetti vengono monitorati attraverso test spirometrici e questionari validati, permettendo di personalizzare il trattamento e migliorare la qualità della vita.

Collaborazione tra specialisti e medici di base

Marco Contoli, direttore della Pneumologia territoriale dell’Ausl di Ferrara, evidenzia l’importanza di un approccio personalizzato nella scelta delle terapie, basato su dati concreti. La collaborazione con i medici di medicina generale si rivela cruciale per identificare i pazienti che necessitano di risposte specifiche, facilitando così il raggiungimento della stabilizzazione come obiettivo condiviso nel percorso di cura.

Impegno nella ricerca e nella cura della Bpco

Donato Cinquepalmi, Respiratory & Cep Medical Head di Gsk, conclude affermando l’importanza della ricerca scientifica nel rendere la stabilità un obiettivo concreto nella gestione della Bpco. L’azienda si impegna a supportare clinici e pazienti in questo percorso, affinché i risultati della ricerca si traducano in benefici tangibili per la vita quotidiana delle persone affette dalla malattia.

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