Dietro la recente ondata di censura che ha colpito Stephen King, non si cela solo una spinta moralista, ma un contesto politico estremamente teso e polarizzato. Questa situazione ha portato a un significativo numero di rimozioni dei suoi libri dalle biblioteche scolastiche statunitensi, un fenomeno che ha attirato l’attenzione dei media e del pubblico.
Il 7 ottobre 2025, l’autore ha rivelato di essere diventato l’autore più censurato negli Stati Uniti, con ben 87 titoli rimossi dalle biblioteche scolastiche nell’ultimo anno. King ha espresso la sua indignazione attraverso i social media, invitando i lettori a esplorare i suoi lavori per capire le ragioni dietro questa censura. Il Pen Club America ha confermato che i romanzi di King sono stati oggetto di 206 episodi di censura nel solo anno scolastico 2024-2025, con una concentrazione di rimozioni negli Stati di Texas, Florida e Tennessee, noti per le loro posizioni politiche conservatrici.
Motivazioni dietro la censura
La censura dei libri di King non è frutto di un semplice moralismo, ma riflette un clima politico di crescente polarizzazione. L’educazione è diventata un campo di battaglia ideologico, dove opere che affrontano tematiche come identità di genere, sessualità, migrazione, violenza e discriminazione sono state rimosse dagli scaffali scolastici. Anche altri autori contemporanei, come Ellen Hopkins e Sarah J. Maas, hanno subito la stessa sorte.
Il Pen Club America ha denunciato un sistema in cui i dirigenti scolastici sono soggetti a intimidazioni politiche, con minacce di tagli ai finanziamenti se non si conformano alle preferenze ideologiche dominanti. L’associazione ha evidenziato una crescente “militanza censoria” tra i politici, una tendenza che ha preso piede durante l’amministrazione Trump. Nel corso dell’anno scolastico passato, sono stati registrati 6.870 casi di censura nelle scuole americane, un numero in calo rispetto al picco di oltre 10.000 dell’anno precedente, ma ancora superiore ai livelli pre-2022. La Florida si distingue come lo Stato più attivo nella rimozione di libri, con circa 2.000 titoli banditi, in linea con le politiche del governatore repubblicano Ron DeSantis, noto per le sue posizioni contro l’“indottrinamento ideologico” nelle scuole.
Il successo e le critiche a King
Il successo globale di Stephen King, autore di opere iconiche come ‘Shining’, ‘It’ e ‘Carrie’, non lo ha messo al riparo dalle critiche, in particolare da parte dei gruppi conservatori. Attivo sui social media, King è un critico vocale del trumpismo e le sue posizioni politiche lo hanno reso un bersaglio per la destra americana. In un contesto culturale dove il termine “woke” è spesso usato come insulto, il semplice atto di raccontare storie di emarginati, conflitti interiori o ribellioni giovanili può essere percepito come un atto sovversivo. Questo clima di tensione sembra rendere King ancora più scomodo nel panorama attuale.