Ogni anno, in Italia, si registrano circa 290.000 casi di infezione respiratoria acuta negli adulti e 1.800 decessi, esclusivamente a causa del virus respiratorio sinciziale, noto come VRS o RSV. Questo virus, che presenta sintomi simil-influenzali, può portare a complicazioni respiratorie gravi, specialmente nei soggetti più vulnerabili come gli over 60, le persone immunocompromesse e i neonati. Si tratta di un problema spesso trascurato e sottovalutato, in particolare tra la popolazione adulta e anziana, dove la malattia da RSV non riceve sempre una diagnosi corretta. La protezione dei soggetti fragili è fondamentale, considerando che in Italia si registrano oltre 50.000 ricoveri all’anno legati a questo virus. Di questi, circa 25.000 riguardano bambini sotto i 5 anni, a causa di complicanze come bronchiolite e polmoniti, mentre circa 26.000 colpiscono persone over 60. Nonostante la disponibilità di strumenti di prevenzione efficaci, come la vaccinazione e l’immunoprofilassi, l’RSV non è ancora stato inserito nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale.
Importanza dell’informazione corretta
Durante il media tutorial intitolato “Giornalismo scientifico e comunicazione biomedica: il caso della malattia infettiva da virus respiratorio sinciziale”, tenutosi a Roma il 12 febbraio 2025, si è discusso dell’importanza di fornire informazioni corrette e aggiornate riguardo ai rischi e alle strategie di prevenzione disponibili. Questo evento è stato organizzato dal Master SGP – La Scienza nella pratica giornalistica della Sapienza Università di Roma, con il supporto non condizionante di Pfizer. L’incontro ha visto la partecipazione di giornalisti e esperti del settore medico-scientifico, inclusi specialisti in igiene, medicina preventiva e pediatria.
La rilevanza dei virus respiratori per la salute pubblica è legata sia alla loro ampia diffusione sia al potenziale pandemico di alcuni ceppi virali. Come sottolinea Pier Luigi Lopalco, professore ordinario di Igiene presso l’Università del Salento, i virus respiratori tendono a manifestarsi in modo stagionale, con picchi di infezione che si verificano nei mesi invernali. In questo periodo, si registrano aumenti significativi di casi di influenza, RSV, Sars-CoV-2 e altri virus. Tuttavia, attualmente, le informazioni sulla circolazione di questi virus sono spesso sottostimate.
Sorveglianza e prevenzione
Lopalco evidenzia che il sistema di sorveglianza non è completamente efficace nel rilevare i casi reali di infezione, il che rende difficile valutare il vero impatto sulla salute pubblica. È necessario condurre studi specifici per comprendere appieno le conseguenze di queste infezioni, in quanto il danno individuale e sociale può estendersi ben oltre il periodo di malattia acuta. Per i soggetti fragili e anziani, ad esempio, un ricovero può portare a complicazioni e a una significativa perdita di autonomia.
In seguito all’esperienza della pandemia di Covid-19, il sistema di sorveglianza dell’influenza in Italia, precedentemente conosciuto come Influnet, è stato ampliato e ora si chiama RespiVirNet. Questo nuovo sistema ha l’obiettivo di migliorare la conoscenza su altri virus respiratori, come l’RSV, che possono essere prevenuti attraverso la vaccinazione. Caterina Rizzo, professoressa ordinaria di Igiene e Medicina Preventiva all’Università di Pisa, sottolinea l’importanza della sorveglianza per misurare il carico reale di malattia e supportare la programmazione sanitaria.
Differenze tra le fasce d’etÃ
Il virus respiratorio sinciziale ha effetti diversi a seconda delle fasce d’età . Paolo Manzoni, professore associato di Pediatria e Neonatologia all’Università di Torino, spiega che l’RSV colpisce quasi tutti i bambini entro i 2 anni di vita, con possibilità di reinfezioni durante la prima infanzia e anche in età adulta. Nei bambini sotto i 2 anni, il virus può causare complicazioni respiratorie serie, come bronchiolite. Le popolazioni più a rischio includono neonati prematuri e di età inferiore ai 6 mesi, oltre agli over 60 e a coloro che presentano condizioni preesistenti.
A partire dal 2023, nell’Unione Europea sono stati introdotti vaccini contro l’RSV, mirati a proteggere neonati e adulti. Le donne in gravidanza possono ricevere la vaccinazione tra la 24esima e la 36esima settimana di gestazione, mentre le raccomandazioni per gli adulti a rischio includono soggetti tra i 60 e i 74 anni e quelli di età pari o superiore a 75 anni. Diversi studi hanno dimostrato l’efficacia dei vaccini nel ridurre i ricoveri tra le persone over 60, evidenziando un’efficacia del 91,7% per le forme più gravi.
Raccomandazioni per la vaccinazione
Sara Boccalini, professoressa associata di Igiene presso l’Università degli Studi di Firenze, riporta che molti Paesi hanno già emesso raccomandazioni per la vaccinazione contro l’RSV in base all’età o a fattori di rischio. In Italia, il Board del Calendario Vaccinale per la Vita raccomanda l’uso del vaccino per tutti i soggetti di età superiore ai 75 anni e per coloro con patologie croniche di età pari o superiore a 60 anni. Tuttavia, al momento, la vaccinazione contro l’RSV non è inclusa nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2023-2025. Gli esperti auspicano che le istituzioni sanitarie italiane integrino al più presto il vaccino RSV nel calendario delle immunizzazioni gratuite.
La sfida principale rimane quella di rafforzare la raccolta di dati epidemiologici per comprendere l’impatto del virus respiratorio sinciziale e integrare in modo equilibrato le strategie di prevenzione, tenendo conto delle popolazioni vulnerabili. Un approccio basato su evidenze scientifiche potrà contribuire in modo significativo al dibattito pubblico e istituzionale, sostenendo decisioni consapevoli per la tutela della salute collettiva.