La Francia si trova attualmente in un periodo di forte instabilità politica, caratterizzato da dimissioni e nuove consultazioni che hanno sollevato interrogativi sul futuro del governo. A meno di un mese dalla sua nomina, il 23 novembre 2025, Sébastien Lecornu ha deciso di lasciare l’incarico di primo ministro, un passo che arriva dopo l’annuncio della composizione del suo governo. L’uscita di Lecornu è stata sollecitata dal presidente Emmanuel Macron, il quale ha invitato il dimissionario a proseguire con ulteriori consultazioni fino alla serata del 24 novembre, pur dichiarando la sua impossibilità a guidare un nuovo esecutivo qualora si raggiungesse un accordo.
La durata del governo Lecornu è stata di appena 836 minuti, un dato che evidenzia la precarietà della situazione politica. Nonostante la mancanza di un passaggio di poteri formale, i membri del governo dimissionario sono chiamati a garantire la continuità delle istituzioni, seguendo l’esempio dei loro predecessori, i ministri del governo Bayrou, attivi dal 9 settembre. L’unica eccezione è rappresentata da Bruno Le Maire, che ha richiesto di essere esonerato dagli affari correnti, mentre Lecornu si occuperà temporaneamente del Ministero delle Forze Armate. Secondo quanto riportato da Le Monde, i ministri dimissionari possono solo gestire atti amministrativi neutri, ma possono prendere decisioni in caso di emergenze, come attacchi o crisi sanitarie. È importante notare che un governo dimissionario non può essere sfiduciato dall’Assemblea Nazionale.
Le scelte di Macron
Sarà ora compito di Emmanuel Macron selezionare un nuovo primo ministro, senza scadenze specifiche. Teoricamente, potrebbe decidere di confermare Lecornu, ma è probabile che cerchi una figura in grado di raccogliere consenso per evitare ulteriori dimissioni o un possibile voto di sfiducia. Le possibilità di una scelta da parte di Macron tra i rappresentanti del blocco centrale sembrano ridotte, dopo i fallimenti di Bayrou e Lecornu. Le tensioni con la destra complicano ulteriormente la situazione, rendendo incerta la nomina di un primo ministro tra le fila dei repubblicani.
Macron potrebbe considerare alleanze con forze politiche di sinistra o con il Rassemblement National (RN), che ha recentemente espresso disponibilità a collaborare con i repubblicani per formare un governo. In alternativa, il presidente potrebbe optare per un candidato apolitico che possa gestire un governo “tecnico” in attesa di una soluzione più duratura. Se la situazione di stallo dovesse persistere, una delle opzioni sarebbe quella di sciogliere l’Assemblea Nazionale e indire nuove elezioni, una possibilità legale dal momento che le ultime consultazioni si sono svolte nel giugno e luglio 2024.
Il bilancio da approvare
Un altro tema cruciale rimane quello del bilancio, con la scadenza per l’approvazione del bilancio 2026 fissata al 31 dicembre. Tuttavia, i governi dimissionari non hanno la facoltà di presentare testi di rilevanza politica. Pertanto, sarà compito del nuovo governo presentare un disegno di legge finanziaria al Parlamento, il quale deve essere pronto entro il 13 ottobre. Tuttavia, esperti come il professor Paul Cassia avvertono che tale scadenza potrebbe non essere rispettata, considerando i tempi necessari per l’elaborazione di un nuovo bilancio.
La Legge organica sulle leggi finanziarie offre possibili soluzioni. Il governo attuale o il futuro potrebbero proporre un voto separato sulla parte “entrate” del disegno di legge finanziaria, permettendo allo Stato di continuare a riscuotere le tasse. Un’altra opzione sarebbe quella di presentare un progetto di legge speciale all’Assemblea Nazionale per prorogare temporaneamente il bilancio precedente fino all’approvazione del bilancio 2026, consentendo così al governo di mantenere il funzionamento dei servizi pubblici.