Robbie Williams si esprime sulla sindrome di Tourette: “Ho paura di partire in tour”

Franco Fogli

Ottobre 3, 2025

Il noto cantante britannico Robbie Williams ha recentemente condiviso la sua esperienza con la sindrome di Tourette, una condizione con cui convive da anni. Durante un episodio del podcast “I’m ADHD! No You’re Not”, il 3 ottobre 2025, l’artista ha parlato apertamente delle difficoltà legate alla sua condizione, descrivendo come questa influisca sulla sua vita quotidiana e sulle sue performance artistiche.

La sindrome di tourette e il suo impatto

Robbie Williams ha definito la sindrome di Tourette come qualcosa di “invadente”, rivelando che i suoi pensieri invadenti lo accompagnano costantemente, rendendo difficile per lui trovare pace anche in situazioni apparentemente favorevoli come un concerto. L’artista ha spiegato che, nonostante il suo successo e la sua carriera, la realizzazione di esibirsi davanti a migliaia di fan non basta a placare l’ansia provocata dalla sua condizione. “Ovunque al di fuori di quel letto è la mia zona di disagio”, ha dichiarato, evidenziando il forte legame tra la sua salute mentale e il suo senso di sicurezza.

Williams ha anche rivelato di aver effettuato un test per l’autismo, il quale ha dato esito negativo, ma ha messo in luce la presenza di alcuni “tratti autistici”. Questo ha contribuito a rendere la sua esperienza ancora più complessa, poiché ha dovuto affrontare l’ansia legata all’abbandono di spazi sicuri e familiari.

Un passato turbolento e la lotta per la salute mentale

L’interprete di successi come “Angels” e “Feel” non ha nascosto le sue difficoltà passate, inclusi i problemi di dipendenza da alcol e droghe che lo hanno portato a periodi di riabilitazione. Williams ha confessato di essere “terrorizzato di andare in tour”, nonostante la sua lunga carriera che lo ha visto esibirsi in stadi e arene sold out, sia come solista che come membro dei Take That. La pressione di mantenere un’immagine di sicurezza e successo lo ha portato a indossare una “maschera” quotidiana, ma ha ammesso che questa facciata gli ha causato più danni che benefici.

Il cantante ha descritto come la sua consapevolezza riguardo alla salute mentale sia aumentata nel tempo, e ha riconosciuto i suoi progressi, affermando di sentirsi “più consapevole” e in miglioramento. Tuttavia, ha anche sottolineato che la sua lotta non è finita. “Ho passato anni a prendere pillole, per poi frantumarle e sniffarle”, ha ammesso, rivelando la gravità delle sue esperienze passate.

Riflessioni sul percorso personale

Williams ha condiviso che i suoi vent’anni e trenta sono stati un periodo particolarmente difficile, segnato da sfide personali e professionali. Solo all’età di quarant’anni ha cominciato a vedere un cambiamento positivo nella sua vita. Nonostante ciò, ha affermato di provare ancora disagio e di continuare a esplorare le motivazioni dietro le sue esperienze. La sua apertura riguardo alle proprie lotte rappresenta un passo importante verso la normalizzazione delle conversazioni sulla salute mentale, un tema spesso trascurato nel mondo dello spettacolo.

La testimonianza di Robbie Williams non solo offre uno sguardo intimo sulla sua vita, ma serve anche da esempio per molti che si trovano a combattere battaglie simili. La sua storia è un promemoria che, anche in un settore che celebra il successo e la fama, le sfide personali possono rimanere invisibili e richiedere coraggio per essere affrontate.

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