Flotilla: 46 cittadini italiani bloccati da Israele, le fasi dell’espulsione

Marianna Ritini

Ottobre 3, 2025

Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha sollecitato il suo omologo israeliano, Gideon Sa’ar, a velocizzare le operazioni di rimpatrio per i 46 attivisti italiani bloccati a bordo delle imbarcazioni della Flotilla, dopo che la Marina israeliana ha effettuato abbordaggi. La situazione si è sviluppata rapidamente, con i membri della Flotilla che sono stati trasferiti al porto di Ashdod, dove le procedure di identificazione sono già in corso.

Il 3 ottobre 2025, Tajani ha confermato che i primi attivisti italiani potrebbero tornare a casa in tempi brevi, a condizione che accettino l’espulsione. Fonti della Farnesina hanno comunicato che, tra i più di 450 membri della Flotilla, ci sono quattro parlamentari e tre giornalisti italiani. Tutti i detenuti sono in buone condizioni di salute. Una volta completate le procedure di riconoscimento, i detenuti saranno trasferiti in autobus al centro di detenzione di Ketziot, situato nel sud di Israele, vicino a Ber Sheva.

Il trasferimento dei detenuti

Le operazioni di sbarco dei membri della Flotilla, avvenute nel giro di poche ore, hanno visto il coinvolgimento di diverse autorità israeliane. I detenuti non saranno sottoposti a interrogatori, ma gli verrà chiesto se intendono accettare l’espulsione volontaria entro 24-48 ore. Coloro che rifiuteranno questa opzione dovranno affrontare un breve processo giudiziario, che potrebbe concludersi con un decreto di espulsione coatta entro 72 ore.

Le autorità diplomatiche italiane, attive a Tel Aviv, hanno programmato visite ai connazionali detenuti per oggi e domenica, per monitorare le loro condizioni e facilitare i contatti con le famiglie. Tuttavia, non è ancora chiaro quando inizieranno i rimpatri. Le autorità israeliane stanno considerando l’organizzazione di voli charter per riportare i membri della Flotilla in Europa.

Tajani ha dichiarato che le prime partenze potrebbero avvenire già da oggi, soprattutto per coloro che accetteranno di lasciare Israele volontariamente. Per chi opporrà resistenza all’espulsione immediata, sarà necessario attendere la decisione dell’autorità giudiziaria israeliana, che potrebbe richiedere tra 48 e 72 ore. Il ministro ha contattato Sa’ar per ottenere informazioni e garanzie riguardo agli italiani fermati, sottolineando l’importanza di accelerare le procedure di liberazione.

Contatti con l’ambasciatore italiano

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha confermato di aver avuto contatti con l’ambasciatore italiano in Israele, Luca Ferrari, per accertarsi delle condizioni di salute dei detenuti e per facilitare la loro comunicazione con le famiglie. Crosetto ha rassicurato che tutti gli italiani stanno bene, esprimendo l’importanza di garantire che i familiari possano ricevere notizie dai propri cari.

Nella giornata di venerdì, l’ambasciatore dovrebbe riuscire a incontrare tutti i connazionali detenuti, sperando di permettere loro di comunicare con il maggior numero possibile di familiari. La situazione continua a evolversi, con le autorità italiane impegnate a garantire il rientro dei cittadini in patria nel più breve tempo possibile.

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