Al Festival Nazionale dell’Economia Civile, il Nobel Spence discute la disuguaglianza tra le nazioni

Franco Fogli

Ottobre 3, 2025

Nel corso della 7ª edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile, tenutasi il 3 ottobre 2025, Michael Spence, insignito del Premio Nobel per l’Economia nel 2001, ha presentato la sua Lectio Civilis all’interno del panel intitolato “La disuguaglianza delle Nazioni”. Durante il suo intervento, Spence ha analizzato le disuguaglianze che emergono nella crescita economica globale e ha discusso le modalità per rendere l’economia più equa nell’era dell’intelligenza artificiale. La tematica del festival, centrata su “Democrazia partecipata. La sfida delle Intelligenze Relazionali”, ha fornito il contesto ideale per le riflessioni di Spence, che ha sottolineato l’importanza di valori come inclusione, cooperazione e responsabilità condivisa.

Le sfide dell’economia globale

Michael Spence ha esaminato le fratture presenti nella crescita economica, evidenziando come l’integrazione europea possa rappresentare una soluzione chiave. Secondo il Nobel, è fondamentale unire le forze a livello europeo per affrontare le sfide che richiedono investimenti e risorse comuni. Ha sottolineato che “l’Europa deve sfruttare la dimensione del suo mercato”, puntando su innovazione e dinamismo, seguendo le indicazioni fornite nei rapporti di figure come Mario Draghi e Enrico Letta. Spence ha chiarito che non si tratta di centralizzare tutto, ma di condividere risorse a livello europeo, specialmente in ambiti come il cloud e le infrastrutture per l’IA, dove i singoli Stati faticano a sostenere i costi.

Inoltre, ha evidenziato l’importanza di ridurre la frammentazione e l’iper-regolazione, soprattutto nei servizi. Le riforme nazionali, in particolare nel settore finanziario e nel mercato del lavoro, sono considerate essenziali per uscire dalla stagnazione economica. Un altro aspetto cruciale menzionato da Spence riguarda la necessità di attrarre e trattenere i talenti, sottolineando che senza opportunità adeguate, molti giovani, sia in Italia che in altri Paesi, tendono a emigrare verso gli Stati Uniti, in particolare nei settori tecnologico e biomedicale. “Senza talenti, i modelli di crescita non cambiano”, ha affermato.

Intelligenza artificiale e disuguaglianze

Un ampio segmento della Lectio è stato dedicato all’intelligenza artificiale e ai potenziali rischi di polarizzazione sociale. Spence ha messo in guardia contro le disuguaglianze che possono sorgere dall’adozione disomogenea dell’IA. Ha affermato che chi adotta per primo queste tecnologie tende a beneficiare maggiormente, il che potrebbe amplificare le disuguaglianze esistenti. La sua proposta è di orientare l’IA verso il potenziamento delle capacità umane anziché la loro sostituzione.

Per garantire un accesso equo alle opportunità offerte dall’IA, Spence ha suggerito l’implementazione di strumenti ad accesso universale, come un assistente digitale capace di leggere e comprendere ogni lingua. Questo approccio potrebbe democratizzare l’accesso alla conoscenza, estendendo i benefici della tecnologia anche alle aree rurali. Tuttavia, ha avvertito che la diffusione dell’IA deve essere capillare; se rimane confinata a settori come il tecno-finanziario, i benefici saranno distribuiti in modo diseguale. Spence ha notato come l’open source, supportato dall’innovazione cinese, stia abbassando le barriere all’accesso e all’uso delle tecnologie, un segnale positivo per il futuro.

La Lectio di Spence ha ribadito che la partecipazione e le relazioni sociali possono fungere da antidoto alle derive tecnologiche. L’IA, se utilizzata a servizio delle persone e supportata da istituzioni capaci di diffonderne i benefici, può diventare un motore di crescita inclusiva, in linea con gli obiettivi del Festival, volto a promuovere comunità più inclusive e innovative.

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