Nell’ambito della discussione sull’assistenza all’Ucraina, l’Unione Europea ha trovato un approccio innovativo per finanziare un prestito a Kiev utilizzando i flussi di cassa derivanti dai beni congelati alla Russia. Questo piano, emerso nel 2025, prevede che l’Ucraina restituisca il prestito solo dopo che Mosca avrà saldato le riparazioni di guerra dovute.
Il consenso crescente nell’unione europea
La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha sottolineato come ci sia un consenso sempre più ampio tra i membri dell’Unione Europea per far fronte ai costi della guerra in Ucraina, non solo a carico dei contribuenti europei, ma anche della Russia, considerata l’aggressore. Durante il Consiglio Europeo informale tenutosi a Copenaghen, il tema del prestito basato sugli asset russi è stato al centro del dibattito, con particolare enfasi da parte dei Paesi dell’est, più vulnerabili all’influenza russa. La premier lettone, Evika Silina, ha definito la proposta della Commissione una “buona idea”, pur evidenziando la necessità di approfondire i dettagli tecnici.
Le posizioni dei leader europei
Il primo ministro estone, Kristen Michal, ha ribadito l’urgenza per l’Ucraina di ricevere maggiore supporto, sia in termini di armamenti che di risorse finanziarie, suggerendo di sfruttare al massimo i beni russi congelati. Mette Fredriksen, premier danese e attuale presidente del Consiglio Ue, ha espresso fiducia nella possibilità di trovare una soluzione legale per l’utilizzo di questi beni, definendo l’idea come positiva. Von der Leyen ha enfatizzato l’importanza di aumentare la pressione sulla Russia, proponendo un prestito di riparazione per l’Ucraina legato ai flussi di cassa derivanti dai beni congelati.
Le preoccupazioni legali e le risposte politiche
Il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, ha mostrato resistenza all’idea di un nuovo debito comune, riflettendo le preoccupazioni interne alla Germania. Tuttavia, ha aperto alla possibilità di utilizzare gli asset congelati per sostenere l’Ucraina. Con la diminuzione del supporto statunitense sotto la presidenza Trump, l’Unione Europea si trova a dover affrontare la sfida di garantire il sostegno a Kiev. Utilizzare i beni russi, piuttosto che contrarre nuovi debiti, rappresenterebbe un modo per trasferire i costi alla Russia, l’effettivo responsabile del conflitto.
Le posizioni contrastanti e le sfide future
Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha messo in guardia sui rischi legati al sequestro degli asset russi, sottolineando l’importanza di mantenere la reputazione dell’Europa come un attore affidabile nel rispetto del diritto internazionale. Inoltre, ha evidenziato la necessità di fornire un supporto finanziario chiaro all’Ucraina, esprimendo apprezzamento per il lavoro della Commissione nel facilitare l’emissione di debito sui mercati.
La Danimarca, con la sua premier socialdemocratica, ha cambiato rotta rispetto al passato, sostenendo che l’Unione Europea deve aumentare la spesa pubblica per riarmarsi. Anche se le posizioni variano, il tema del prestito rimane delicato e i leader europei stanno cercando di trovare un consenso per affrontare la questione.
La situazione attuale e le prospettive future
La presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ha mantenuto un profilo basso riguardo al tema, mentre il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha confermato che si stanno discutendo i dettagli tecnici del prestito e le garanzie necessarie. Le sanzioni alla Russia, che hanno portato al congelamento dei suoi beni, devono essere rinnovate periodicamente e la loro gestione legale è cruciale per evitare che la Russia possa riavere indietro i suoi asset.
La Commissione sta valutando la possibilità di adottare un voto a maggioranza qualificata per il rinnovo delle sanzioni, un cambiamento che potrebbe semplificare il processo. Con l’attenzione rivolta alla creazione di un meccanismo giuridico solido per il prestito, l’Unione Europea si prepara a prendere decisioni cruciali per il futuro dell’Ucraina e per la gestione delle relazioni con la Russia.