Lavoro, Inapp: “L’inattività come ostacolo all’ingresso delle donne nel mercato”

Franco Fogli

Ottobre 2, 2025

Si è svolta il 2 ottobre 2025, una tavola rotonda organizzata dall’INAPP (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche) dal titolo “Riflessioni e prospettive a livello italiano”. L’evento ha avuto luogo in occasione della presentazione dell’undicesimo round dell’European Social Survey, un’importante indagine che analizza le dynamiche sociali e lavorative in Europa.

Attenzione al tema dell’inattività femminile

L’attenzione principale è stata rivolta al tema dell’inattività delle donne nel mercato del lavoro, un problema che continua a rappresentare una barriera significativa per l’accesso delle donne a opportunità professionali. Durante l’incontro, Valeria De Bonis, membro dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, ha sottolineato come i recenti cambiamenti nel mercato del lavoro siano influenzati da fattori demografici, tra cui l’invecchiamento della popolazione e una diminuzione della forza lavoro. Ha evidenziato che, sebbene ci sia stata una crescita della popolazione occupata, questa si è concentrata principalmente sugli uomini over 50 e sulle donne tra i 35 e i 49 anni. Inoltre, ha notato che un numero significativo di inattivi, in particolare donne e giovani, ha contribuito alla ripresa occupazionale post-pandemia, con un aumento dell’occupazione nel settore terziario, noto per la sua bassa remunerazione.

Il divario di genere e le sfide occupazionali

Sara Riso, senior research manager di Eurofound, ha evidenziato i progressi compiuti a livello europeo per ridurre il divario di genere nei tassi di occupazione. Nonostante le donne in Italia siano mediamente più istruite degli uomini, i loro salari rimangono inferiori. Le indagini hanno rivelato che settori come la sanità e l’istruzione, che presentano un’alta concentrazione di lavoratrici, comportano carichi di lavoro emotivo e fisico maggiori. Al contrario, gli uomini tendono a occupare ruoli manageriali, con condizioni di lavoro più favorevoli. Riso ha messo in luce come le disuguaglianze di genere non riguardino solo le retribuzioni, ma anche la gestione del tempo familiare, limitando le opportunità di formazione e sviluppo professionale per le donne. Ha quindi sottolineato l’importanza di potenziare i servizi di assistenza e garantire flessibilità lavorativa.

Il ruolo delle donne nel mercato del lavoro

Mattia Pirulli, segretario confederale della CISL, ha affermato che la partecipazione delle donne nel mercato del lavoro è stata storicamente trascurata, ma sta emergendo come un tema cruciale per la crescita economica. Ha evidenziato la necessità di coinvolgere le donne in modo più attivo nel mercato del lavoro, contribuendo così all’aumento del PIL. Ha anche analizzato il settore STEM, dove solo il 20% delle professioni è occupato da donne, suggerendo che è fondamentale orientare le giovani verso queste discipline per evitare l’autosegregazione. Pirulli ha messo in evidenza che tra le donne di età compresa tra 25 e 34 anni, il 41% lavora part-time involontariamente, indicando la necessità di un riequilibrio nella suddivisione dei carichi familiari tra uomini e donne. Ha concluso sottolineando l’importanza di migliorare l’accesso ai servizi di assistenza per i bambini e di incentivare il welfare per la cura a lungo termine, in vista dell’invecchiamento della popolazione.

Iniziative e politiche per il cambiamento

Eleonora Faina, vicedirettore generale dell’Unione Industriali di Torino, ha concordato sull’esistenza di disuguaglianze nel mercato del lavoro e ha sottolineato l’importanza di affrontare i problemi legati ai carichi di cura. Ha evidenziato che le iniziative di sostegno alle donne variano a seconda delle dimensioni delle imprese e ha sollevato interrogativi su quali politiche pubbliche possano essere implementate. Faina ha avvertito che le leggi non possono risolvere tutti i problemi senza costi per le aziende, sottolineando la necessità di investire nella formazione scientifica delle ragazze per favorire la loro partecipazione nella transizione digitale.

L’evento ha messo in luce la complessità della situazione attuale e la necessità di un approccio integrato per affrontare le sfide legate all’occupazione femminile in Italia.

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