Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha fornito aggiornamenti significativi riguardo alla situazione degli italiani coinvolti nella Flotilla, bloccata dalle autorità israeliane. Durante le sue comunicazioni alla Camera dei Deputati, il 15 gennaio 2025, ha confermato che, attualmente, sono 22 i connazionali fermati a bordo delle imbarcazioni. Tajani ha rassicurato che tutti gli italiani sono in buone condizioni e che il governo sta monitorando attentamente gli sviluppi.
Partenze programmate da Ashdod
Il ministro ha annunciato che già a partire da venerdì 17 gennaio potrebbero avvenire le prime partenze degli italiani. Queste riguarderanno principalmente coloro che accetteranno di lasciare Israele volontariamente. Tajani ha specificato che per chi rifiuterà l’espulsione immediata, sarà necessario attendere il provvedimento di respingimento da parte dell’autorità giudiziaria israeliana, il quale potrebbe richiedere tra le 48 e le 72 ore.
Il governo italiano, attraverso il consolato a Tel Aviv e il consolato generale a Gerusalemme, sta predisponendo assistenza per tutti i cittadini italiani coinvolti, sia al porto che nelle procedure di rimpatrio. Già dalla notte precedente, i due consolati sono stati in contatto con i legali dei cittadini imbarcati, garantendo supporto legale e logistico.
Operazioni di fermo della Flotilla
Tajani ha descritto le operazioni di fermo delle imbarcazioni della Flotilla, avvenute mentre si avvicinavano alle acque di Gaza. Secondo le informazioni fornite, gli abbordaggi sono stati condotti in modo pacifico e senza incidenti. La Marina israeliana ha utilizzato oltre 16 navi per garantire la sicurezza dell’operazione, che si è svolta nel rispetto delle regole di ingaggio.
Il ministro ha espresso soddisfazione per il corretto svolgimento delle operazioni, sottolineando che non si sono registrati atti di violenza. Durante la sua comunicazione, ha anche rivelato di aver avuto contatti diretti con il suo omologo israeliano, Gideon Sa’ar, al quale ha richiesto garanzie per il trattamento dei cittadini italiani fermati.
Prospettive di pace a Gaza
Riferendosi alla situazione a Gaza, Tajani ha affermato che potrebbe esserci un barlume di speranza per una soluzione pacifica, dopo due anni di conflitto. Ha sottolineato l’importanza di non farsi prendere da illusioni premature, ma ha riconosciuto che si sta intravedendo un possibile spiraglio di pace.
Il ministro ha anche ringraziato i parlamentari, compresi esponenti dell’opposizione, per il loro supporto nelle iniziative umanitarie, evidenziando alcuni casi urgenti di cittadini gravemente malati che sono stati portati in Italia e ai quali è stata garantita assistenza medica.
Principi per una soluzione duratura
Tajani ha delineato i principi fondamentali per una soluzione duratura del conflitto a Gaza, ribadendo che Hamas deve essere disarmata e non deve avere alcun ruolo nel futuro della regione. Ha richiesto il rilascio di tutti gli ostaggi e la cessazione delle operazioni militari israeliane, sottolineando la necessità di ripristinare l’accesso umanitario e di sostenere il piano arabo per la ricostruzione di Gaza.
Incontri recenti a New York hanno mostrato un ampio consenso su questi principi, considerati come la base per una convivenza pacifica tra due Stati. Tajani ha sottolineato l’importanza di lavorare insieme per raggiungere questo obiettivo, evidenziando il ruolo cruciale della comunità internazionale nel sostenere tali iniziative.