William Turner e Civita: uno studio chiarisce l’origine del dipinto

Marianna Ritini

Ottobre 1, 2025

Il celebre dipinto “Italian Landscape, probably Civita di Bagnoregio” del pittore inglese William Turner, conservato alla Tate Britain di Londra, ha suscitato nuove riflessioni riguardo alla sua reale rappresentazione. Secondo un recente studio condotto da Mauro Bernabei, ricercatore dell’Istituto per la Bioeconomia del Cnr, e Stefano Celletti, direttore del Parco Naturale Marturanum di Barbarano Romano, il paesaggio ritratto non rappresenterebbe né Civita di BagnoregioPitigliano, come precedentemente ipotizzato, ma il suggestivo Ponte del Diavolo a Blera, in provincia di Viterbo.

La scoperta del paesaggio di Turner

Il 1° ottobre 2025, è emerso che il dipinto incompiuto di Turner, realizzato nel 1828, mostra caratteristiche morfologiche che si ritrovano nei pressi del Ponte del Diavolo. Attraverso un’analisi comparativa, Bernabei e Celletti hanno identificato sorprendenti somiglianze tra il dipinto e il paesaggio reale, in particolare con un tratto del torrente Biedano. L’indagine è stata pubblicata sul Journal of Cultural Heritage, confermando che il luogo immortalato da Turner potrebbe essere diverso da quanto precedentemente creduto.

Il metodo di analisi utilizzato

I ricercatori hanno impiegato un approccio innovativo per confrontare il dipinto con il paesaggio attuale. Attraverso l’osservazione geomorfologica e l’analisi di immagini storiche, sono riusciti a tracciare un profilo dettagliato dell’ambiente visivo dell’inizio dell’Ottocento. Bernabei ha spiegato che sono state utilizzate fotografie storiche e cartografie antiche per documentare i cambiamenti nel corso del tempo, consentendo una ricostruzione accurata del paesaggio come appariva all’epoca di Turner.

Il Ponte del Diavolo e il Grand Tour

Il Ponte del Diavolo, risalente probabilmente all’epoca romana, si trova lungo l’antica via Clodia, un’importante arteria di comunicazione per i viaggiatori del Grand Tour diretti a Roma. Questo ponte, immerso in un contesto paesaggistico di grande suggestione, è stato descritto con entusiasmo dall’esploratore inglese George Dennis nel 1842. La scoperta di Bernabei e Celletti non solo arricchisce la comprensione dell’opera di Turner, ma offre anche l’opportunità di valorizzare il patrimonio culturale e naturale della Tuscia.

Riflessioni sul valore culturale e artistico

La ricerca ha aperto nuove prospettive sull’arte di Turner e il suo legame con l’Italia, in particolare con le aree della provincia di Viterbo. Stefano Celletti ha sottolineato l’importanza di questa scoperta per promuovere il territorio attraverso l’arte e la storia, rafforzando il legame tra paesaggio e identità culturale. La combinazione di arte, geografia e tecnologia in questo studio offre un’opportunità straordinaria per esplorare ulteriormente il lavoro di Turner e il suo impatto duraturo sulla percezione del paesaggio italiano.

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