Il 1° ottobre 2025, i carabinieri di Rimini hanno arrestato due genitori accusati di aver maltrattato e costretto la loro figlia diciottenne a sposare un uomo in Bangladesh, molto più grande di lei. Le indagini, avviate nel febbraio di quest’anno, hanno rivelato una serie di eventi tragici che si sono svolti tra novembre 2024 e aprile 2025, culminando in un matrimonio combinato celebrato il 17 dicembre 2024.
La dinamica dell’abuso
Le indagini hanno svelato come i genitori abbiano ingannato la giovane, invitandola a recarsi in Bangladesh con una scusa. Una volta arrivata nel suo Paese d’origine, la ragazza è stata privata dei suoi documenti e della carta di credito, rimanendo così completamente in balia dei genitori. Da quel momento, ha subito un controllo costante, accompagnato da minacce e violenze, fino a essere costretta a sposare un uomo scelto dai genitori, appartenente a una famiglia benestante.
Dopo il matrimonio, la situazione per la giovane è peggiorata ulteriormente. È stata obbligata a prendere farmaci per favorire una gravidanza e calmanti, con l’intento di annullare la sua volontà . La pressione psicologica e fisica a cui è stata sottoposta ha reso la sua situazione insostenibile. Tuttavia, la ragazza ha trovato un modo per comunicare il suo desiderio di tornare in Italia, sfruttando il desiderio dei familiari di vederla diventare madre.
Il ritorno in Italia e l’intervento delle autoritÃ
Nel mese di aprile 2025, la giovane è riuscita a tornare temporaneamente in Italia, atterrando all’aeroporto di Bologna. Qui, ha trovato finalmente la libertà e ha potuto raccontare agli investigatori quanto accaduto. I carabinieri del Nucleo investigativo l’hanno immediatamente presa in carico, portandola in un luogo sicuro e protetto.
Grazie all’intervento di strutture locali specializzate nell’assistenza a donne vittime di violenza, la ragazza ha ricevuto supporto e aiuto per affrontare il trauma subito. Le autorità hanno avviato un’operazione per rintracciare i genitori, che sono stati trovati nella loro abitazione e posti agli arresti domiciliari, a disposizione dell’autorità giudiziaria.
La vicenda ha sollevato interrogativi sulla questione dei matrimoni combinati e sulle dinamiche di violenza domestica, evidenziando la necessità di una maggiore attenzione e protezione per le vittime di abusi. Le indagini continuano, mentre la giovane riceve il supporto necessario per ricostruire la propria vita e superare le esperienze traumatiche vissute.