L’atleta italiana Antonella Palmisano, che ha conquistato la medaglia d’argento nella 35 chilometri di marcia ai recenti Mondiali di atletica svoltisi a Tokyo, ha espresso la sua indignazione nei confronti della Federazione Europea di Atletica. Questo sfogo è emerso in seguito a un episodio in cui la federazione ha omesso di menzionare la marcia nell’elenco delle discipline e delle medaglie assegnate durante l’evento di Tokyo, mentre annunciava i prossimi Europei che si terranno a Birmingham nel 2026.
Reazione di Antonella Palmisano
Il 1° ottobre 2025, Antonella Palmisano ha utilizzato il suo profilo Instagram per denunciare pubblicamente la situazione. In un post, ha sottolineato come la Federazione Europea di Atletica e i suoi responsabili della comunicazione abbiano pubblicato un contenuto promozionale per gli Europei di Birmingham, ignorando completamente la sua medaglia di argento. “Questa sera ho assistito all’ennesima presa in giro”, ha scritto, evidenziando la sua frustrazione per l’atteggiamento della federazione nei confronti della sua disciplina.
Palmisano ha anche raccontato di aver contattato il Presidente della Federazione, il quale ha successivamente ordinato la rimozione del post incriminato. Tuttavia, l’atleta ha fatto notare che questo non è un episodio isolato, ma piuttosto un’abitudine consolidata della federazione.
Un grido di protesta per il rispetto
Nel suo messaggio, Palmisano ha espresso il suo disappunto per il continuo disinteresse nei confronti della marcia, definendo le sue vittorie come “cancellate” e “ignorate”. “Sono stanca delle mie medaglie silenziose, di una marcia trattata come uno sport di serie B”, ha dichiarato, evidenziando la mancanza di rispetto che percepisce nei confronti della sua disciplina e dei suoi successi. Ha criticato anche il Direttore Tecnico, che, a suo avviso, ha trascurato di menzionare la sua medaglia durante le conferenze stampa.
Palmisano ha ribadito il suo impegno per l’Italia, ricordando che ogni volta che ha gareggiato ha portato il tricolore sul podio. Ha fatto riferimento al suo passato, citando l’allora presidente del CONI, Giovanni Malagò, che aveva compreso la sua battaglia. “Pretendo rispetto. Pretendo che il mio nome e la mia storia vengano ricordati”, ha concluso, affermando che il successo dell’atletica italiana è anche frutto del suo impegno.
Il contesto della polemica
Questa situazione ha acceso un dibattito più ampio sul riconoscimento delle diverse discipline all’interno dell’atletica. La marcia, pur essendo una specialità storica e prestigiosa, spesso non riceve la stessa visibilità di altre discipline, come le corse su pista. La denuncia di Palmisano mette in luce non solo la sua frustrazione personale, ma anche una questione più ampia riguardante il rispetto e la valorizzazione degli atleti che competono in sport meno popolari.
La reazione dell’atleta ha suscitato l’attenzione dei media e del pubblico, portando a riflessioni sulla necessità di un cambiamento nella comunicazione e nella gestione delle discipline da parte delle federazioni sportive. L’auspicio è che situazioni simili possano essere evitate in futuro, garantendo a tutti gli atleti il riconoscimento che meritano per i loro sforzi e successi.