Il piano proposto dall’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per la Striscia di Gaza continua a suscitare polemiche e incertezze. Secondo fonti interne a Hamas, il progetto è percepito come “ingiusto” e “sbilanciato”, ma il gruppo ha comunque intenzione di esaminare la questione in un’ottica positiva. Non è stata ancora fissata una data per una risposta ufficiale da parte del movimento, come riportato il 1 ottobre 2025.
Le dichiarazioni di Hamas sul piano di Trump
Hamas ha ricevuto un ultimatum dal presidente statunitense, che ha dichiarato che il gruppo ha “tre o quattro giorni” per rispondere alla proposta americana, finalizzata a porre fine al conflitto in corso a Gaza. Fonti vicine al quotidiano panarabo Asharq Al-Awsat evidenziano come i mediatori stiano sollecitando una risposta rapida, auspicando che arrivi entro 48 ore. Tuttavia, i dettagli del piano di Trump non garantirebbero il rispetto degli accordi previsti, e si suggerisce che il rilascio degli ostaggi potrebbe richiedere più tempo del previsto.
Il piano prevede che, entro 72 ore dall’accettazione pubblica dell’accordo da parte di Israele, tutti gli ostaggi, siano essi vivi o deceduti, vengano restituiti. Attualmente, si stima che siano 48 gli ostaggi detenuti nella Striscia, con solo 20 di essi considerati vivi. Fonti interne a Hamas hanno riferito che i leader del gruppo, in contatto con i vertici fuori dall’enclave palestinese, hanno sottolineato l’importanza di affrontare la situazione in modo costruttivo per porre fine alle ostilità .
Le reazioni al piano e le vittime a Gaza
Le reazioni al piano di Trump non si sono fatte attendere. Un esponente di Hamas ha dichiarato alla BBC che il gruppo potrebbe respingere la proposta, mentre il comandante militare di Hamas a Gaza, Ez al-Din al-Haddad, sembra determinato a continuare la lotta armata. Anche la Jihad Islamica palestinese ha espresso critiche nei confronti del piano, definendolo favorevole agli interessi israeliani e trascurante delle esigenze palestinesi.
In questo contesto, la situazione a Gaza rimane critica. Secondo quanto riportato dalla tv satellitare al-Jazeera, almeno 17 palestinesi sono stati uccisi nelle prime ore del 1 ottobre 2025, a causa delle operazioni militari israeliane che proseguono in risposta all’attacco avvenuto il 7 ottobre 2023 in Israele. Le fonti ospedaliere dell’enclave palestinese, controllata da Hamas dal 2007, confermano la gravità della situazione, con un continuo aumento delle vittime.
La tensione rimane alta e il futuro della Striscia di Gaza appare incerto, con molteplici attori coinvolti e una complessità di fattori che rende difficile una risoluzione pacifica.