Un recente studio ha rivelato che un paziente su due non rispetta adeguatamente le terapie prescritte, con conseguenze negative per la propria salute e un aumento dei costi per il Sistema Sanitario Nazionale (SSN). Queste informazioni sono emerse durante un incontro tenutosi a Roma il 14 gennaio 2025, dove il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, ha discusso delle misure introdotte per migliorare l’aderenza alle cure.
Misure per migliorare l’aderenza terapeutica
Gemmato ha evidenziato che diverse iniziative già attuate mirano a facilitare l’accesso ai farmaci e a promuovere una migliore aderenza alle terapie. Un cambiamento significativo è rappresentato dal passaggio dalla distribuzione diretta dei farmaci a quella convenzionata. Questo consente ai cittadini di ritirare i medicinali direttamente nelle farmacie pubbliche e private, migliorando l’accesso e garantendo una maggiore continuità terapeutica. Secondo il sottosegretario, una migliore aderenza terapeutica non solo riduce il rischio di complicazioni e ospedalizzazioni, ma contribuisce anche alla sostenibilità del sistema sanitario.
L’Italia, pur essendo uno dei Paesi con la maggiore aspettativa di vita, sta affrontando un preoccupante calo della natalità, che porta a un aumento delle patologie croniche e della politerapia. Gemmato ha sottolineato che, in media, un ultraottantenne assume tra 10 e 15 pillole al giorno. Inoltre, ha messo in evidenza che l’aderenza terapeutica in Italia si attesta tra il 40% e il 50%, il che significa che 1 paziente su 2 non segue correttamente le indicazioni mediche, esponendosi a peggioramenti clinici.
Nuove normative per la gestione delle terapie
Una delle misure recenti, introdotta con il decreto Semplificazioni, prevede che le ricette per le patologie croniche non trasmissibili, come l’ipertensione, possano essere mantenute aperte per 24 mesi. Questo significa che i pazienti non dovranno più recarsi mensilmente dal medico per rinnovare la prescrizione, ma potranno ritirare i farmaci direttamente in farmacia. Questa riforma offre numerosi vantaggi, come un aumento dell’aderenza terapeutica grazie al monitoraggio attivo da parte dei farmacisti, che possono contattare i pazienti in caso di mancato ritiro. Inoltre, si prevede una riduzione dello spreco di farmaci e un’ottimizzazione della spesa sanitaria, con minori costi legati a ospedalizzazioni evitabili.
Il sottosegretario ha descritto questa normativa come una misura di buon senso, in grado di migliorare la vita dei pazienti e l’efficienza del sistema sanitario. Il Testo unico, infatti, si propone di affrontare in modo organico l’organizzazione del settore farmaceutico, regolamentando i farmaci e le professioni, i meccanismi di spesa e il ruolo delle farmacie territoriali.
Il futuro della legislazione farmaceutica in Italia
Gemmato ha tracciato un percorso che ha avuto inizio l’8 maggio 2024, quando ha proposto l’idea di un Testo unico per superare la frammentazione normativa esistente. Le attuali norme, risalenti ai decreti del 1934 e del 1938, non sono più adeguate alle sfide della moderna farmaceutica. Il 31 luglio, si è tenuta una riunione con gli stakeholder, che ha suscitato un interesse sorprendente e ha portato a suggerimenti utili per il Ddl delega.
Il 18 settembre 2024, il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge, un passo importante verso una riforma che deve affrontare la complessità delle attuali normative, che si presentano come un groviglio legislativo. Attualmente, ci sono circa 700 norme in 100 provvedimenti diversi, spesso contraddittori, che ostacolano l’equità nell’accesso ai farmaci e complicano l’attività dell’industria farmaceutica italiana, che ha un valore di oltre 56 miliardi di euro.
Il lavoro legislativo avviene in collaborazione con vari ministeri e con l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa). Per la prima volta, è stata creata una sezione dedicata sul sito del ministero, anche in inglese, per seguire l’evoluzione della riforma e raccogliere contributi da aziende internazionali. Questo progetto mira a fornire all’Italia una legislazione farmaceutica moderna e sostenibile, garantendo equità e rafforzando l’attrattività del sistema sanitario.
La riforma non si limita a norme e procedure, ma è un progetto che guarda al futuro, valorizzando le comunità locali e rafforzando il Servizio Sanitario Nazionale. Un aspetto cruciale riguarda l’accesso ai farmaci, con l’intento di garantire equità territoriale e rimuovere le distorsioni del sistema distributivo. Gemmato ha sottolineato l’importanza di garantire che le farmacie, specialmente nelle aree interne e montane, continuino a servire come punti di riferimento per i cittadini, in particolare per gli anziani e le persone fragili, che necessitano di servizi essenziali per rimanere nei loro territori.