Il 29 settembre 2025, durante la trasmissione ‘Lo Stato delle cose’, si è verificato un acceso scambio di opinioni tra il senatore del Movimento 5 Stelle, Roberto Scarpinato, e il giornalista Massimo Giletti. L’incontro è avvenuto in un contesto di polemiche legate alle intercettazioni riguardanti il dialogo tra Scarpinato e l’ex magistrato Gioacchino Natoli, la cui divulgazione ha suscitato diverse reazioni nei giorni precedenti.
Il confronto tra Scarpinato e Giletti
Roberto Scarpinato, attualmente membro della Commissione parlamentare Antimafia, ha partecipato al programma di Rai3 per chiarire la propria posizione riguardo alle recenti accuse. Il senatore ha esordito affermando di non avere nulla da nascondere e ha sottolineato come, da oltre due anni, la maggioranza governativa stia ostacolando le indagini sui mandanti esterni delle stragi del 1992. Scarpinato ha denunciato che tali impedimenti sono volti a sostenere la tesi che le stragi siano state perpetrate esclusivamente dai mafiosi per motivi legati agli appalti.
Giletti ha messo in discussione la legittimità della conversazione tra Scarpinato e Natoli, chiedendo chiarimenti sulla natura di tale contatto. In risposta, il senatore ha citato un evento specifico avvenuto il 14 luglio 1992, in cui il magistrato Patronaggio, durante un’audizione, aveva menzionato la mafia e gli appalti. Scarpinato ha rivelato che Natoli, presente a quella riunione, lo aveva contattato per confermare quanto detto da Patronaggio, suggerendo che tali informazioni dovessero essere condivise con la Commissione Antimafia.
Le accuse reciproche e il dibattito sui documenti
Il dibattito si è intensificato quando Giletti ha contestato la versione di Scarpinato, sottolineando che non esistono prove ufficiali che dimostrino che Paolo Borsellino fosse a conoscenza dell’archiviazione delle indagini riguardanti mafia e appalti. Scarpinato ha risposto accusando Giletti di non conoscere i dettagli degli atti e di non fare un servizio pubblico adeguato. Giletti, dal canto suo, ha ribattuto che non è accettabile insinuare che Borsellino fosse complice di tali archiviazioni.
Scarpinato ha insistito sul fatto che il tentativo di far credere che Borsellino fosse all’oscuro della situazione è fuorviante, affermando che le indagini sono continuate e che non vi è stata effettivamente un’archiviazione. Alla fine del dibattito, Giletti ha affermato di rimanere su posizioni divergenti rispetto a quelle di Scarpinato, il quale ha chiuso la discussione lasciando al giornalista documenti per la revisione.
L’interazione tra i due protagonisti ha messo in luce le tensioni politiche e le divergenze di opinione riguardo a uno dei capitoli più oscuri della storia italiana, evidenziando la complessità delle indagini sulle stragi e il ruolo della stampa nel dibattito pubblico.