Romano Prodi, ex presidente del Consiglio italiano, ha recentemente espresso le sue opinioni riguardo alla missione della Flotilla, un gruppo di imbarcazioni dirette verso Gaza con l’intento di porre fine all’assedio imposto da Israele. Durante un’intervista trasmessa il 29 settembre 2025 su La7, Prodi ha sottolineato l’importanza di evitare ulteriori perdite di vite umane in un contesto già tragico.
Il messaggio di Prodi alla Flotilla
Prodi ha lanciato un appello chiaro e diretto al gruppo di barche, invitandole a fermarsi una volta raggiunte le acque territoriali di Gaza. “Arrivate fino alle acque territoriali, poi fermatevi. Non si deve avere altro sangue”, ha affermato Prodi, evidenziando la delicatezza della situazione attuale. Le imbarcazioni, secondo quanto riportato, dovrebbero arrivare nella zona a rischio entro 24-48 ore e, in un periodo di 3-4 giorni, a Gaza.
L’ex premier ha riconosciuto il valore dell’iniziativa, che ha suscitato un certo interesse nell’opinione pubblica, paragonandola alle manifestazioni di solidarietà . Tuttavia, ha avvertito che non bisogna mettere a rischio ulteriori vite umane. Prodi ha sottolineato la determinazione del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, affermando che “quando uno rade al suolo una città e fa 65mila morti, non si interessa alla Flotilla“. Secondo lui, Netanyahu è più interessato al sostegno degli Stati Uniti che a qualsiasi altra questione.
Le considerazioni sugli aiuti umanitari
Riguardo agli aiuti umanitari, Prodi ha suggerito che esiste una possibilità di farli giungere a Gaza attraverso il Patriarcato di Gerusalemme, un ente con una lunga storia di operazioni nella regione. “Anche il piccolo obiettivo viene raggiunto”, ha dichiarato, evidenziando l’importanza di trovare modi alternativi per fornire assistenza.
Prodi ha continuato a discutere la questione, affermando che, sebbene il gesto iniziale della Flotilla sia nobile, le barche a vela non possono portare aiuti significativi. “Lì servono decine di tir al giorno, una barca a vela può portare qualche cassa”, ha spiegato, suggerendo che l’azione potrebbe avere anche un intento politico, mirato ad aprire un corridoio umanitario permanente.
La sua analisi ha messo in luce le complessità della situazione, sottolineando come qualsiasi iniziativa debba essere attentamente ponderata per evitare di aggravare ulteriormente le tensioni già esistenti nella regione.