Esposto di Sangiuliano: il pm di Roma richiede il rinvio a giudizio per Boccia

Lorenzo Di Bari

Settembre 30, 2025

La procura di Roma ha avviato un procedimento penale nei confronti di Maria Rosaria Boccia, imprenditrice accusata di gravi reati. In particolare, l’indagine è stata avviata a seguito di un esposto presentato dall’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. L’atto di accusa, coordinato dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini e dalle pubbliche ministero Giulia Guccione e Barbara Trotta, include reati di stalking aggravato, lesioni, interferenze illecite nella vita privata, diffamazione e false dichiarazioni nel curriculum legate all’organizzazione di eventi.

Dettagli dell’indagine e delle accuse

Il 30 settembre 2025, la procura ha formalizzato la richiesta di rinvio a giudizio per Boccia. Un anno fa, i carabinieri del nucleo investigativo avevano effettuato una perquisizione presso la sua abitazione, sequestrando vari dispositivi informatici, tra cui i telefoni della donna. A marzo 2025, Boccia era stata interrogata dai magistrati di piazzale Clodio, che lo scorso luglio hanno chiuso le indagini sull’accaduto.

Secondo le accuse, Boccia avrebbe messo in atto “condotte reiterate, ossessive e di penetrante controllo della vita privata, professionale e istituzionale” nei confronti di Sangiuliano. L’imprenditrice avrebbe inizialmente manifestato in modo velato, per poi diventare sempre più esplicita, l’intenzione di lavorare a stretto contatto con il Ministro, cercando di giustificare la sua presenza quotidiana negli uffici ministeriali. Questo comportamento, secondo l’accusa, avrebbe portato a tentativi di screditare i collaboratori più vicini a Sangiuliano, isolandoli progressivamente, e avanzando continue richieste per essere informata sui colloqui istituzionali.

Richieste e comportamenti inappropriati

Le accuse nei confronti di Maria Rosaria Boccia non si limitano alle interferenze professionali. I pubblici ministeri hanno evidenziato che la donna avrebbe fatto ripetute e pressanti richieste per ottenere il telefono cellulare di Sangiuliano, utilizzato anche per comunicazioni istituzionali. Boccia avrebbe preteso di ispezionarlo, richiedendo l’accesso alle password o, in alternativa, un accesso remoto senza restrizioni.

Nel procedimento, risultano parti offese non solo Sangiuliano, ma anche sua moglie e l’ex capo di gabinetto del dicastero, Francesco Gilioli. Le conseguenze di queste azioni potrebbero essere significative, non solo per Boccia, ma anche per il contesto politico e istituzionale in cui si è sviluppata questa vicenda. La procura sta ora valutando gli ulteriori sviluppi del caso, mentre l’attenzione mediatica rimane alta.

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