Delia (Flotilla): “La missione prosegue, la proposta di Trump non porta pace”

Lorenzo Di Bari

Settembre 30, 2025

La portavoce della delegazione italiana della missione, Maria Elena Delia, ha rilasciato dichiarazioni significative riguardo alla situazione attuale della Global Sumud Flotilla, le cui imbarcazioni stanno navigando verso Gaza. Durante un incontro tenutosi il 30 settembre 2025, Delia ha sottolineato l’importanza di continuare il dialogo con i vertici governativi, affermando che sono previsti ulteriori incontri per discutere le problematiche legate alla missione. La delegazione italiana è impegnata nel trasporto di aiuti umanitari ai civili palestinesi, e Delia ha confermato la sua partecipazione a una manifestazione nazionale che si svolgerà a Roma il 4 ottobre.

Il viaggio verso Gaza e le dichiarazioni di Maria Elena Delia

Mentre le imbarcazioni della Global Sumud Flotilla si avvicinano a una zona ad alto rischio nel loro viaggio verso Gaza, Maria Elena Delia ha espresso la sua determinazione nel proseguire la missione umanitaria. “Non ci sono italiani intenzionati a lasciare”, ha dichiarato, evidenziando la volontà della delegazione di continuare a fornire supporto ai palestinesi. Delia ha messo in evidenza che la missione non si limita a fornire aiuti, ma vuole anche sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione dei civili nella Striscia di Gaza.

La portavoce ha inoltre esaminato la proposta del presidente americano Donald Trump, definendola “non una pace, ma la chiusura di un disegno” volto a riprendere il controllo della Striscia di Gaza da parte di Israele. Delia ha sottolineato che storicamente ci sono state diverse proposte di pace, alcune delle quali erano state accettate da Hamas, ma nessuna di queste ha portato a risultati concreti. La sua posizione è chiara: nessuna proposta di pace dovrebbe prevedere l’espulsione dei palestinesi dalla loro terra.

Le implicazioni della proposta di Trump

Maria Elena Delia ha espresso preoccupazione per il contenuto della proposta in 20 punti del presidente Trump, che prevede il trasferimento dei palestinesi fuori dalla Striscia di Gaza. Secondo Delia, questo approccio non solo è inaccettabile, ma rappresenta anche una grave violazione dei diritti umani. “Quello che mi fa sorridere è che nessuno chieda ai palestinesi cosa ne pensano”, ha detto, evidenziando come i palestinesi vengano spesso considerati come pedine in un gioco geopolitico più grande. La portavoce ha affermato che l’assenza di un dialogo diretto con i palestinesi è un problema significativo, e che le loro voci devono essere ascoltate.

Delia ha concluso le sue affermazioni con un richiamo alla comunità internazionale affinché si impegni attivamente per una soluzione pacifica e giusta, che non preveda l’espulsione di una popolazione dalla propria terra. La missione della Global Sumud Flotilla continua a essere un simbolo di speranza e resistenza per molti, mentre i membri della delegazione italiana si preparano a portare avanti il loro lavoro.

Il contesto attuale e le reazioni alla missione

La missione della Global Sumud Flotilla si inserisce in un contesto complesso e delicato, caratterizzato da tensioni persistenti tra Israele e Palestina. Le reazioni alla proposta di Trump sono state varie, con critiche da parte di attivisti e organizzazioni umanitarie che vedono in essa una minaccia per la pace e la stabilità nella regione. La portavoce Delia ha evidenziato la necessità di un approccio più umano e rispettoso dei diritti dei palestinesi, sottolineando che le soluzioni imposte dall’esterno non possono portare a una vera pace.

In questo scenario, la Global Sumud Flotilla rappresenta non solo un’iniziativa di aiuto umanitario, ma anche un appello alla comunità internazionale affinché si faccia portavoce delle istanze dei palestinesi. La presenza della delegazione italiana e il loro impegno attivo sono un segnale di solidarietà e determinazione in un momento critico per la regione. La manifestazione del 4 ottobre a Roma sarà un ulteriore passo per sensibilizzare l’opinione pubblica e richiamare l’attenzione sulle reali condizioni di vita dei civili palestinesi.

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