Cosenza: inchiesta in espansione per il rapimento di una neonata, oggi in tribunale Rosa Vespa

Lorenzo Di Bari

Settembre 29, 2025

La questione del rapimento della neonata Sofia continua a tenere banco, con l’inchiesta che si allarga e coinvolge diverse figure legate alla clinica ‘Sacro Cuore‘ di Cosenza. L’episodio risale al 21 gennaio 2025, quando la piccola venne sottratta dalla struttura sanitaria. Oggi, 29 settembre 2025, le autorità stanno esaminando le responsabilità di alcuni membri del personale sanitario, mentre alcuni agenti di polizia sono indagati per fuga di notizie riguardanti un video diffuso subito dopo il rapimento.

Le indagini sul rapimento della neonata

Le indagini sul rapimento della neonata Sofia, avvenuto presso la clinica ‘Sacro Cuore‘ di Cosenza, stanno rivelando dettagli inquietanti. Secondo le informazioni trapelate, la magistratura sta concentrando l’attenzione su alcune persone collegate alla clinica, in particolare per comprendere eventuali complicità o negligenze che possano aver facilitato l’atto criminoso. Gli agenti di polizia coinvolti nell’inchiesta sono sotto scrutinio per la diffusione di un video che mostra i momenti immediatamente successivi al rapimento, un’azione che ha sollevato interrogativi sulla gestione delle informazioni riservate.

Oggi, Rosa Vespa, la principale accusata nel caso, si presenterà davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cosenza. Gli avvocati difensori, Gianluca Garritano e Teresa Gallucci, hanno richiesto un rito abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica. Vespa, 53 anni, di Castrolibero, aveva simulato una gravidanza per nove mesi prima di introdursi nella clinica come puericultrice, da dove ha sottratto la neonata dalle braccia della madre.

Il recupero della neonata e le conseguenze legali

Fortunatamente, la neonata Sofia è stata recuperata in poche ore grazie a un blitz della polizia, che ha riportato la bambina ai genitori. Questo evento ha scatenato una serie di operazioni investigative e ha portato all’arresto di Rosa Vespa, che inizialmente è stata incarcerata. Tuttavia, in un secondo momento, il giudice di Cosenza ha deciso di concederle gli arresti domiciliari, applicando un braccialetto elettronico per monitorarla.

Il marito di Vespa, Moses Omogo Chidiebere, è stato arrestato ma successivamente rilasciato, sostenendo di non essere a conoscenza del piano della moglie. La complessità del caso ha attirato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica, sollevando interrogativi sulla sicurezza delle strutture sanitarie e sulla vigilanza necessaria per prevenire simili incidenti.

Il prosieguo dell’inchiesta potrebbe portare a ulteriori sviluppi, con la magistratura che sta valutando attentamente tutte le evidenze e le testimonianze raccolte fino a questo momento. La vicenda di Sofia rimane al centro dell’attenzione, mentre la comunità di Cosenza attende di conoscere gli esiti delle indagini e le eventuali responsabilità di chi ha operato nella clinica al momento del rapimento.

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