Il fascicolo della Procura di Brescia si fonda su quattro elementi chiave: un pizzino, chat dimenticate, intercettazioni e movimenti bancari. Questi punti costituiscono la base su cui si sviluppano le indagini riguardanti Andrea Sempio, accusato di tentata corruzione per il presunto coinvolgimento dell’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, nel procedimento che lo vedeva indagato per l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007. La famiglia di Sempio sta cercando di difendersi, presentando documenti e dichiarazioni in vari programmi televisivi, nonostante le accuse che li vedrebbero come presunti corruttori.
L’inchiesta è stata avviata dopo che la madre di Alberto Stasi, già condannato a 16 anni di carcere per il delitto della fidanzata, ha sollevato dubbi riguardo alla condotta di Venditti. Quest’ultimo ha richiesto l’archiviazione del caso, che è stata accolta nel marzo 2017 dal giudice per le indagini preliminari di Pavia, Fabio Lambertucci. Tuttavia, la Procura di Brescia, guidata dal procuratore Francesco Prete e dalla pm Claudia Moregola, ha messo in discussione questa decisione, in particolare riguardo a una seconda archiviazione avvenuta nel 2020. Venditti ha respinto le accuse, affermando di non aver mai preso denaro da nessuno e di mantenere la sua posizione riguardo all’archiviazione di Sempio.
Le recenti perquisizioni, effettuate il 17 aprile 2025, hanno coinvolto l’ex procuratore e i familiari di Sempio, oltre a due carabinieri, Giuseppe Spoto e Silvio Sapone. Sebbene queste azioni abbiano riacceso l’interesse per il caso di Chiara Poggi, non hanno avuto impatti sulla verità giudiziaria stabilita in precedenza. La Procura di Vigevano si era già occupata dell’omicidio e la Corte d’Appello di Milano aveva confermato la condanna di Stasi, che nel 2024 ha visto il suo ricorso contro il processo definito “manifestamente infondato” dalla Corte europea dei diritti dell’uomo.
Il pizzino
Nel corso delle indagini, sono stati rinvenuti alcuni appunti manoscritti a casa dei genitori di Sempio, risalenti al 14 maggio 2025. Questi documenti suggeriscono che all’inizio di febbraio 2017, in concomitanza con l’apertura delle indagini, fosse stata proposta una somma di denaro a favore di Mario Venditti in cambio dell’archiviazione del procedimento. L’appunto riporta la scritta “Venditti gip archivia x 20-30 euro”, che ha destato l’interesse degli inquirenti. L’archiviazione richiesta da Venditti il 15 marzo 2017 è stata accolta dal gip Lambertucci solo pochi giorni dopo.
L’attenzione degli investigatori si concentra su due aspetti: la tempistica delle indagini e il fatto che l’appunto fu scritto in un periodo in cui l’archiviazione sembrava lontana. Giuseppe Sempio, padre dell’indagato, ha confermato di aver scritto quel biglietto, ma ha offerto una spiegazione differente, affermando di aver fornito denaro agli avvocati per le loro parcelle. L’avvocato Massimo Lovati, che assiste Sempio, ha confermato di preferire pagamenti in contante, mentre la collega Angela Taccia ha suggerito che le somme menzionate potrebbero riferirsi a spese di cancelleria piuttosto che a pagamenti illeciti.
La famiglia e le accuse
Secondo il provvedimento della Procura di Brescia, le indagini su Sempio nel 2017 hanno evidenziato anomalie, tra cui l’omissione di trascrizioni di intercettazioni ambientali da parte della polizia giudiziaria di Pavia. Sono stati segnalati contatti ambigui tra Sempio e i carabinieri Giuseppe Spoto e Silvio Sapone, che avrebbero avuto interazioni non documentate prima delle audizioni in Procura. Sapone avrebbe incontrato Andrea Sempio senza una ragione investigativa, mentre Spoto avrebbe trascorso un tempo eccessivo con l’indagato per notificargli un invito a comparire.
I rappresentanti dell’Arma sono stati ascoltati come testimoni. Si sta indagando anche sulla brevità dell’interrogatorio di Sempio e sulla presunta conoscenza anticipata delle domande da parte della famiglia Sempio. Daniela Ferrari, madre di Andrea, ha dichiarato in un’intervista che la famiglia non ha mai corrotto nessuno e non ha mai avuto contatti diretti con Venditti, respingendo tutte le accuse come infondate.
Le intercettazioni
Le intercettazioni ambientali, disposte da Venditti stesso, rivelano che già il 9 febbraio 2017 Andrea Sempio era a conoscenza di dettagli contenuti nell’esposto presentato dalla madre di Alberto Stasi. Questo ha sollevato sospetti riguardo alla sua preparazione per l’interrogatorio, in particolare riguardo a una risposta errata relativa a uno scontrino, che costituisce un elemento chiave per il suo alibi. Un articolo del ‘Corriere della Sera’ del 24 dicembre 2016 aveva già rivelato dettagli sull’indagato, il che potrebbe aver contribuito alla sua preparazione.
Il provvedimento della Procura di Brescia sostiene che Sempio fosse informato delle domande che gli sarebbero state poste, suggerendo che il padre avesse anticipato le questioni. Tuttavia, l’avvocato Lovati ha dichiarato di aver preparato Sempio in vista dell’interrogatorio, rendendo ambigua la provenienza delle informazioni.
Il denaro e le movimentazioni
Un altro elemento cruciale nell’inchiesta riguarda il denaro. Le intercettazioni non trascritte rivelano che Giuseppe Sempio ha menzionato la necessità di pagare “quei signori” con modalità non tracciabili. La Procura di Pavia ha sottolineato l’importanza di queste frasi, chiedendosi perché non siano state trascritte e perché non siano state effettuate verifiche bancarie per ricostruire i beneficiari di eventuali pagamenti.
Le indagini della Guardia di finanza hanno messo in luce movimentazioni anomale tra dicembre 2016 e giugno 2017, inclusi assegni emessi dalle zie paterne per 43.000 euro e prelievi in contante da parte di padre e figlio per 35.000 euro. La difesa della famiglia Sempio ha ribadito che tali somme sono state utilizzate esclusivamente per spese legali.
In attesa di ulteriori sviluppi, il legale di Venditti ha sollevato interrogativi sulla condotta delle indagini, chiedendosi perché Venditti sia l’unico indagato e invitando a esaminare anche il gip che ha accolto le richieste di archiviazione.