Netanyahu e il ‘lavoro da completare’ a Gaza: “Una vergogna per lo Stato palestinese”

Franco Fogli

Settembre 27, 2025

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha tenuto un discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 27 settembre 2025, di fronte a una platea semivuota. Durante il suo intervento, ha negato le accuse di genocidio e di fame contro la popolazione di Gaza, sostenendo che la responsabilità ricade su Hamas. La reazione alla sua presenza è stata immediata: oltre un centinaio di diplomatici di circa cinquanta Paesi hanno fischiato al suo ingresso, mentre altri hanno applaudito. La protesta è stata organizzata dalla Turchia, con il supporto di numerosi Paesi arabi e musulmani, oltre a delegati europei e sudamericani, come quelli della Spagna e del Brasile, che hanno abbandonato l’aula indossando kefiah palestinesi.

Il discorso di Netanyahu e la sua diffusione

Il discorso, che ha avuto una durata di circa 45 minuti, è stato trasmesso non solo all’interno dell’assemblea, ma anche nella Striscia di Gaza attraverso altoparlanti e messaggi SMS diretti agli abitanti dell’enclave. Netanyahu ha ribadito l’intenzione di “finire il lavoro” eliminando Hamas, affermando che Israele desidera procedere “il più velocemente possibile”. Ha lanciato un ultimatum a Hamas, esortando a deporre le armi e a liberare i 48 ostaggi, altrimenti le forze israeliane avrebbero intensificato le operazioni. Ha definito la creazione di uno Stato palestinese come “un suicidio nazionale” per Israele e un premio per Hamas, etichettando tale proposta come “una pura follia”. Queste affermazioni sono state fatte in un contesto di crescente riconoscimento dello Stato di Palestina da parte di diverse potenze occidentali, come Francia e Gran Bretagna, che Netanyahu ha criticato, accusandole di essersi arrese.

Le accuse di genocidio e la risposta di Netanyahu

Netanyahu ha affrontato le accuse di genocidio, affermando che le Forze di Difesa Israeliane (IDF) distribuiscono “milioni di volantini” per avvisare la popolazione civile prima dei raid. Ha sostenuto che è Hamas a sottrarre gli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza. Durante il suo intervento, si è rivolto direttamente agli ostaggi, promettendo che Israele non li ha dimenticati e che l’intera nazione è con loro. Le sue parole hanno suscitato contestazioni sia all’interno che all’esterno dell’Aula, in particolare da parte dei familiari degli ostaggi.

La reazione di Hamas e l’isolamento di Israele

La reazione di Hamas non si è fatta attendere, con un portavoce che ha dichiarato che il boicottaggio del discorso di Netanyahu da parte delle delegazioni straniere dimostra l’isolamento di Israele sulla scena internazionale. Il portavoce, Taher al-Nunu, ha affermato che la decisione di lasciare l’aula durante il discorso è una manifestazione delle conseguenze della “guerra di sterminio” in corso. Questo episodio sottolinea come le tensioni tra Israele e i suoi critici continuino a crescere, con la comunità internazionale sempre più divisa sulla questione del conflitto israelo-palestinese.

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