Gaza, il piano di pace in 21 punti di Trump: analisi delle proposte

Franco Fogli

Settembre 27, 2025

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato che si sta avvicinando a un possibile accordo per porre fine al conflitto in corso nella Striscia di Gaza. Secondo quanto riportato dalla CNN, il piano prevede il rilascio di tutti gli ostaggi attualmente detenuti nell’enclave palestinese entro 48 ore dalla firma dell’accordo, in cambio di un graduale ritiro delle forze israeliane dalla regione.

Il 27 settembre 2025, Trump ha espresso ottimismo riguardo alla possibilità di raggiungere un’intesa che possa garantire la liberazione degli ostaggi. Durante un discorso del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il leader israeliano ha ribadito la determinazione a continuare le operazioni militari fino alla completa distruzione di Hamas.

Il piano di pace delineato da Trump

Secondo le informazioni diffuse dalla CNN, Trump ha presentato un piano di pace articolato in 21 punti ai leader arabi all’inizio della settimana. Questo piano prevede, come già accennato, il rilascio degli ostaggi in cambio del ritiro delle truppe israeliane dalla Striscia di Gaza. Tuttavia, non è chiaro se la proposta sia stata ufficialmente presentata a Hamas.

I leader arabi hanno espresso un certo grado di sostegno nei confronti della proposta di Trump, pur non considerandola perfetta. La loro priorità rimane la cessazione del conflitto nel minor tempo possibile. La fonte della CNN ha fornito ulteriori dettagli sul piano, sottolineando che non è stata specificata una tempistica per il ritiro delle forze israeliane. Tra le clausole, si evidenzia che Israele non attaccherà più il Qatar e che non è previsto uno sfollamento forzato dalla Striscia di Gaza. Inoltre, si stabilisce che Hamas non avrà alcun ruolo nella futura governance della regione.

Il piano prevede la creazione di due livelli di governance temporanea: un organismo internazionale e un comitato palestinese. Non è stata definita una tempistica per il passaggio della leadership all’Autorità Nazionale Palestinese da parte di un governo ad interim. La proposta menziona il ruolo delle Nazioni Unite nel fornire supporto umanitario, ma non fa riferimento alla controversa Gaza Humanitarian Foundation. Sebbene non venga affermato esplicitamente il supporto degli Stati Uniti per la creazione di uno Stato palestinese, si riconosce che questa rappresenta un’aspirazione dei palestinesi.

Le reazioni alla proposta di pace

Le reazioni alla proposta di Trump sono state varie. Mentre alcuni leader arabi hanno accolto con favore l’iniziativa, ritenendola un passo verso la stabilità nella regione, altri hanno sollevato dubbi sulla sua attuabilità. La mancanza di un chiaro impegno da parte di Hamas e la situazione complessa sul terreno rendono incerta la possibilità di raggiungere un accordo duraturo.

La comunità internazionale osserva con attenzione gli sviluppi, consapevole che una risoluzione del conflitto potrebbe avere ripercussioni significative non solo per la Striscia di Gaza, ma anche per la stabilità dell’intera regione mediorientale. L’attenzione rimane alta, con le Nazioni Unite pronte a intervenire per garantire assistenza umanitaria e supporto ai civili colpiti dal conflitto.

Il 2025 si presenta come un anno cruciale per la geopolitica della regione, con la speranza che le trattative possano portare a una pace duratura e alla fine delle sofferenze per la popolazione di Gaza.

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