Il generale Leonardo Tricarico, ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare e attuale presidente della Fondazione Icsa, ha lanciato un allarme riguardo alla protezione aerea dell’Italia. In un’intervista rilasciata all’agenzia Adnkronos il 27 settembre 2025, Tricarico ha sottolineato l’assenza di un sistema completo di difesa contro le minacce aeree, evidenziando i recenti sconfinamenti di aerei russi e droni nello spazio aereo di alcuni paesi della NATO, tra cui Polonia, Estonia e Finlandia.
La vulnerabilità dell’Italia di fronte alle minacce aeree
Tricarico ha dichiarato che l’Italia non dispone di un sistema integrato capace di affrontare le minacce aeree provenienti da droni, missili e altri velivoli. “Per essere chiari, non abbiamo un sistema complessivo di protezione del territorio nazionale contro la minaccia aerea”, ha affermato il generale. Questa mancanza di preparazione è particolarmente preoccupante in un contesto internazionale sempre più instabile, dove gli sconfinamenti aerei possono rappresentare un rischio significativo per la sicurezza nazionale.
Il generale ha anche messo in evidenza che, a causa di un erroneo convincimento sulla non esistenza di una minaccia reale, non sono state adottate le misure difensive necessarie. “Questo è un fatto che deve stimolare un recupero dei decenni perduti”, ha dichiarato Tricarico, sottolineando l’urgenza di sviluppare un progetto di difesa più credibile in collaborazione con partner internazionali.
Le capacità attuali e i limiti della difesa aerea
Sebbene il generale Tricarico abbia riconosciuto che l’Italia possiede capacità di difesa aerea per proteggere alcune aree specifiche, ha chiarito che non è in grado di garantire una protezione totale. “Siamo bravissimi e attrezzatissimi perché i grandi eventi li abbiamo inventati noi nel 2001 con il G7 di Genova“, ha spiegato. Tuttavia, ha avvertito che le attuali capacità di difesa aerea si limitano a specifiche aree del territorio, senza un approccio globale.
Tricarico ha anche affrontato la questione della possibilità di abbattere velivoli stranieri che violano lo spazio aereo italiano. Ha chiarito che tale azione non è consentita, poiché la difesa di questi territori è sotto il comando della NATO. Solo l’Alleanza Atlantica ha il potere di modificare le regole di ingaggio, le quali sono progettate per evitare danni maggiori rispetto a quelli causati da una violazione dello spazio aereo.
Le implicazioni per la sicurezza nazionale
Il generale ha concluso il suo intervento mettendo in guardia sulle conseguenze di eventuali azioni unilaterali da parte dell’Italia. “Se qualcuno volesse cambiare le regole, l’Italia dovrebbe ritirare i propri contingenti dalla difesa del Fianco Est della NATO“, ha avvertito. Questo scenario evidenzia l’importanza di una cooperazione internazionale nella gestione della sicurezza aerea e la necessità per l’Italia di rivedere le sue strategie di difesa.
La situazione attuale, secondo Tricarico, richiede una riflessione approfondita e un’azione immediata per garantire che l’Italia possa affrontare efficacemente le sfide aeree future, in un contesto geopolitico in continua evoluzione.