Vitamina D: analisi dei benefici e suggerimenti utili da un esperto medico

Franco Fogli

Settembre 26, 2025

La crescente popolarità della vitamina D in Spagna ha sollevato preoccupazioni tra i professionisti della salute. Molti cittadini, infatti, ricorrono all’assunzione di questo integratore senza alcun controllo medico, una pratica che può rivelarsi rischiosa. Il nefrologo Borja Quiroga ha messo in guardia sui potenziali pericoli legati a un uso indiscriminato della vitamina D, come riportato da diverse testate spagnole, tra cui La Vanguardia e El Confidencial. Quiroga ha evidenziato che l’eccesso di vitamina D può causare gravi problemi renali, come dimostrato dai casi di pazienti con insufficienza renale a causa di un’assunzione non regolamentata.

I rischi legati all’assunzione eccessiva di vitamina D

Secondo il nefrologo, la vitamina D dovrebbe essere assunta principalmente da chi presenta specifiche condizioni mediche, come l’osteoporosi o malattie renali. Quiroga ha chiarito che non esistono evidenze scientifiche che dimostrino un beneficio nell’assunzione di vitamina D per la prevenzione di malattie cardiovascolari, tumori o fratture in individui sani. La somministrazione di questo integratore ai bambini, in assenza di una giustificazione medica, è altrettanto infondata.

L’invito a evitare l’automedicazione

Viene ribadito anche dall’immunologo clinico Mauro Minelli, professore di Nutrizione Umana presso l’Università Lum. Minelli sottolinea che circa l’80% del fabbisogno di vitamina D viene soddisfatto attraverso l’esposizione al sole. Egli ha elencato anche alcuni alimenti ricchi di vitamina D, tra cui l’olio di fegato di merluzzo, i funghi, l’uovo, il latte intero, il salmone, le aringhe, il tonno, lo storione, il burro e alcune verdure a foglia verde come il broccolo e il cavolo nero.

Considerazioni sull’integrazione della vitamina D

Minelli ha anche messo in evidenza che le persone in sovrappeso o obese possono avere difficoltà a convertire la vitamina D nella sua forma attiva a causa dell’accumulo nei tessuti adiposi. In questi casi, l’integrazione della vitamina D può essere considerata, ma sempre sotto la supervisione di un medico. È importante notare che, sebbene la vitamina D non favorisca la perdita di peso, una dieta bilanciata può contribuire a prevenire carenze.

Le dosi consigliate di vitamina D

La quantità di vitamina D da assumere varia in base all’età e alla condizione di salute. Negli adulti, la dose giornaliera raccomandata si aggira tra le 600 e le 2.000 Unità Internazionali, equivalenti a 15-50 microgrammi. Per i bambini sotto il primo anno di vita, è suggerito un apporto quotidiano di 10 microgrammi per prevenire il rachitismo. Minelli ha specificato che, per gli adulti, i livelli di vitamina D nel sangue sono considerati normali quando si trovano tra i 30 e i 100 nanogrammi per millilitro di plasma.

L’assunzione di quantità eccessive di vitamina D può portare a effetti tossici, poiché si tratta di una vitamina liposolubile che si accumula nei tessuti e non può essere facilmente eliminata attraverso le urine. Secondo la Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e Malattie dello Scheletro (SIOMMMS), la soglia di tossicità si verifica quando le concentrazioni ematiche superano i 150 nanogrammi per millilitro. Gli effetti collaterali del sovradosaggio includono nausea, perdita di appetito, sonnolenza, diarrea, poliuria, calcolosi renale, calcificazioni, ipertensione e insufficienza renale.

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