Il 26 settembre 2025, la questione dell’omicidio di Chiara Poggi continua a sollevare interrogativi e tensioni. I genitori della giovane vittima, Giuseppe Poggi e Rita Preda, si trovano di fronte a nuovi sviluppi che riaccendono un dolore mai sopito. Francesco Compagna, legale di Marco Poggi, ha commentato le recenti perquisizioni condotte nell’ambito dell’indagine, esprimendo il proprio disappunto per la mancanza di novità significative.
Le nuove perquisizioni e il commento del legale
Francesco Compagna ha dichiarato che le attuali indagini, che mirano a rilanciare il caso, non hanno portato a elementi nuovi in grado di mettere in discussione la condanna di Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara, già condannato a 16 anni di carcere per l’omicidio avvenuto a Garlasco. “Queste cose non sono casuali”, ha affermato, sottolineando come le nuove attività investigative sembrino essere un tentativo di riaprire un caso che, a suo avviso, ha già fornito conferme sulla responsabilità di Stasi. Compagna ha descritto la situazione come una “grande vicenda” in cui si combatte senza esclusione di colpi, evidenziando l’assenza di colpi di scena.
Il legale ha anche fatto riferimento all’incidente probatorio riguardante Andrea Sempio, il quale non ha prodotto nuovi elementi che possano influenzare il caso di Stasi. Le nuove perquisizioni sono state effettuate proprio nel giorno in cui si discuteva in Procura a Pavia dell’incidente probatorio, un fatto che ha colto di sorpresa Compagna, ma non lo ha lasciato stupito.
Il dolore dei genitori di Chiara
I genitori di Chiara Poggi si sono detti sconcertati dalle notizie che emergono riguardo al caso. Compagna ha riportato le parole di Giuseppe e Rita, evidenziando come per loro la situazione rappresenti una ferita che non si rimargina mai. La loro sofferenza è palpabile, e la continua attenzione mediatica sul caso non fa altro che riaprire cicatrici mai guarite.
In un momento di incontro con la stampa, Giuseppe Poggi ha espresso la propria preoccupazione per il fatto che le indagini possano trasformarsi in un “tormentone infinito”, a discapito della credibilità della giustizia. La famiglia, presente in Procura per chiedere un incidente probatorio sull’impronta 33, ha manifestato il desiderio di vedere un progresso concreto nelle indagini, piuttosto che un susseguirsi di eventi che sembrano non portare a nulla di nuovo.
L’avvocato Compagna ha ribadito l’importanza di un approccio serio e rispettoso nei confronti delle persone coinvolte, sottolineando che la paura di una giustizia che non riesce a trovare risposte adeguate pesa enormemente sulle spalle della famiglia Poggi. La loro storia è un richiamo alla necessità di un sistema giudiziario che non solo indaghi, ma che porti anche a risultati tangibili e giusti.