Il 25 settembre 2025, in un’intervista rilasciata all’Adnkronos, Sharren Haskel, viceministra degli Esteri di Israele, ha affrontato temi cruciali legati al conflitto in corso a Gaza e al riconoscimento dello Stato palestinese da parte di diverse nazioni, mentre si svolge l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York. Paesi come Francia, Regno Unito e Australia hanno recentemente annunciato il loro riconoscimento della Palestina, segnando un momento significativo nella diplomazia internazionale.
Il riconoscimento della Palestina
Haskel ha evidenziato che, sebbene oltre 130 Paesi abbiano già riconosciuto la Palestina, questo non ha portato a cambiamenti concreti nella situazione attuale. “La realtà è che questi Paesi hanno scelto di premiare Hamas, un’organizzazione terroristica, con uno Stato, subito dopo il peggior massacro di ebrei dalla Shoah“, ha affermato. Questo riconoscimento, secondo Haskel, ha implicazioni non solo per Israele ma per il mondo intero, poiché le organizzazioni terroristiche apprendono dalle azioni della comunità internazionale. La viceministra ha puntato il dito contro la Francia, accusando il governo di Emmanuel Macron di aver spinto per il riconoscimento della Palestina, anche corrompendo altri Paesi per ottenere tale dichiarazione. Haskel ha sottolineato la necessità di una risposta diplomatica forte, affermando che il primo ministro israeliano prenderà decisioni basate sui suggerimenti che riceverà al suo ritorno in patria.
La posizione dell’Italia e della premier Meloni
Sull’argomento del riconoscimento della Palestina, l’Italia, guidata dalla premier Giorgia Meloni, ha adottato una posizione cauta. Roma ha dichiarato di non essere pronta a riconoscere la Palestina, ritenendo che le condizioni necessarie non siano ancora state soddisfatte. Haskel ha apprezzato l’approccio del governo italiano, definendolo più realistico rispetto a quello di Macron. La viceministra ha spiegato che il conflitto israelo-palestinese non è solo una questione territoriale, ma anche religiosa e culturale, e che è fondamentale affrontare le radici profonde del problema. Ha criticato Macron per aver spinto per una soluzione unilaterale senza coinvolgere l’altra parte, affermando che tale approccio ha avvantaggiato Hamas, ostacolando la possibilità di un cessate il fuoco.
Lunedì 22 settembre, alcuni sindacati italiani hanno indetto uno sciopero per esprimere solidarietà alla popolazione di Gaza. In risposta alle accuse che Israele sia responsabile di crimini contro l’umanità, Haskel ha ribadito che i crimini sono stati perpetrati da Hamas contro gli israeliani, mentre Israele sta rispettando gli obblighi internazionali. Ha citato un esempio di disinformazione da parte della stampa italiana, accusando un giornale di aver diffuso notizie false su un bambino curato in Italia, insinuando che la sua condizione fosse dovuta a Israele.
Attacchi alla Flotilla
Infine, Haskel ha commentato i recenti attacchi denunciati dalla Global Sumud Flotilla, rispondendo alla proposta della premier Meloni di inviare aiuti umanitari a Cipro. La viceministra ha affermato che Israele ha offerto diverse opzioni per il trasporto degli aiuti, ma ha sottolineato che la flottiglia è stata organizzata da persone legate a Hamas. “La quantità di aiuti che portano è dieci volte inferiore a quella già presente a Gaza“, ha dichiarato, evidenziando che oltre il 90% dei beni dell’Onu non arriva a destinazione a causa di problemi logistici e del coinvolgimento di Hamas. Haskel ha concluso affermando che la cooperazione funziona solo se ci si può fidare del partner e se gli aiuti non vengono utilizzati impropriamente.