Leonardo da Vinci, l’esperto: “In Francia ad Amboise non ci sono resti”

Franco Fogli

Settembre 25, 2025

Il ricercatore Silvano Vinceti ha avviato una richiesta ufficiale al governo francese per eseguire un test del DNA sui resti mortali che si trovano nella cappella di Saint-Hubert, all’interno del castello di Amboise. La sua convinzione è che questi resti non appartengano a Leonardo da Vinci, il celebre artista e scienziato, ma piuttosto a un’altra persona. Vinceti, presidente del Centro Studi Leonardeschi e del Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali, ha dichiarato che solo attraverso un confronto scientifico del DNA sarà possibile stabilire la verità riguardo l’identità di questi resti.

Richiesta di indagine scientifica

Il 25 settembre 2025, Vinceti ha annunciato la sua intenzione di presentare la richiesta al Ministero per la Cultura francese. Secondo il ricercatore, il test del DNA dovrebbe essere effettuato confrontando i resti della cappella di Saint-Hubert con quelli dei discendenti di Leonardo. “È un atto dovuto di amore e rispetto per il grande genio universale e per i turisti che visitano quel luogo”, ha affermato Vinceti. La proposta di indagine scientifica si inserisce in un contesto di ricerche in corso sulle sepolture della famiglia Da Vinci nella Chiesa di Santa Croce a Vinci, in Toscana, dove sono state condotte indagini genealogiche da esperti del settore.

La controversia sulla sepoltura di Leonardo

Leonardo da Vinci morì il 2 maggio 1519 ad Amboise, ma l’atto di inumazione è datato 12 agosto. Questo ha portato Vinceti a ipotizzare che l’artista possa essere stato inizialmente sepolto in un luogo provvisorio prima di essere trasferito nella cappella di Saint Florentin. Quest’ultima, distrutta durante le guerre di religione, ha visto le sue tombe violate e i resti disperso nel corso del tempo. Le ricerche storiche condotte da Vinceti hanno portato alla luce una serie di eventi tragici che hanno caratterizzato la storia di Amboise, tra cui la rivolta calvinista del 1560, che ha causato la distruzione di molte tombe.

Le indagini storiche e le scoperte

Silvano Vinceti ha documentato la storia della sepoltura di Leonardo in una relazione che sarà inviata al governo francese. Tra i vari episodi storici, emerge la figura di Venanzio de Pagave, un collezionista d’arte del XVIII secolo, che cercò invano la tomba di Leonardo. Anche Napoleone, nel 1808, si interessò al restauro della chiesa di Saint Florentin, ma la struttura era già in rovina. La cappella fu demolita e i resti furono gettati via, alimentando una storia macabra su ragazzi che avrebbero giocato con i teschi rinvenuti.

Le difficoltà nel rinvenire i resti di Leonardo

Il destino dei resti di Leonardo rimane avvolto nel mistero. Nel 1863, il poeta Arsène Houssaye condusse degli scavi nella zona della cappella, sostenendo di aver trovato una tomba con uno scheletro di grandi dimensioni. Tuttavia, le sue affermazioni sono state messe in dubbio da altri studiosi, tra cui Gustavo Uzielli, che ha definito le sue scoperte come fantasiose. Anche Alessandro Chiappelli, ministro per l’educazione nel Regno d’Italia, tentò di rintracciare i resti di Leonardo, ma si sentì rispondere che non restava nulla a causa delle distruzioni avvenute nel corso dei secoli.

Il testamento di Leonardo e il suo desiderio di sepoltura

Nel testamento, Leonardo da Vinci espresse il desiderio di essere sepolto nella chiesa di Saint Florentin e fornì dettagli precisi per la celebrazione del suo funerale. Nonostante questo, non ci sono indicazioni chiare su come dovesse essere la sua bara o cosa dovesse essere scritto sulla sua tomba. Vinceti suggerisce che questa mancanza di dettagli potrebbe indicare un certo distacco di Leonardo nei confronti del suo corpo, consapevole della fragilità della vita e della decomposizione.

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