Il quotidiano britannico Times ha riportato che la Uefa si prepara a prendere una decisione cruciale la prossima settimana riguardo alla possibile sospensione di Israele dalle competizioni calcistiche. La notizia arriva in un contesto delicato, poiché la maggior parte dei membri del comitato esecutivo della Uefa sembra favorevole a questa misura. La richiesta di sospensione è stata avanzata da un gruppo di esperti delle Nazioni Unite, in seguito a una Commissione d’inchiesta che ha definito le azioni di Israele a Gaza come un “genocidio”. Fonti vicine alla Uefa hanno confermato che la decisione dovrebbe arrivare entro la prossima settimana, evidenziando come la Russia fosse stata esclusa dalle competizioni europee dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022. La Uefa, membro della quale Israele è dal 1994, ha recentemente discusso approfonditamente le azioni del paese in Gaza e le possibili ripercussioni.
La richiesta dei club e la posizione di Trump
Nel mese di agosto, la Uefa aveva esposto uno striscione durante la finale di Supercoppa tra Paris Saint-Germain e Tottenham Hotspur, recante il messaggio “Smettete di uccidere i bambini, smettete di uccidere i civili”. Secondo quanto riportato dal Times, diversi club europei hanno chiesto alla Uefa se fosse possibile evitare di affrontare squadre israeliane. Una sospensione di Israele porterebbe a una crescente pressione sulla Fifa affinché segua l’esempio, ma l’organo di governo del calcio mondiale si trova in una posizione complicata a causa dei legami tra il suo presidente, Gianni Infantino, e l’ex presidente statunitense Donald Trump. La Casa Bianca ha espresso una forte opposizione a qualsiasi misura che possa escludere Israele dalla competizione, in particolare in vista della prossima Coppa del Mondo che si svolgerà nel 2026 negli Stati Uniti, in Messico e in Canada.
Anche se la Fifa decidesse di non sospendere Israele, una squalifica da parte della Uefa renderebbe improbabile la partecipazione del paese al torneo del prossimo anno. Questa situazione potrebbe risultare favorevole a Infantino, il quale ha rapporti significativi con vari stati arabi, tra cui Arabia Saudita e Qatar, quest’ultimo recentemente colpito da attacchi aerei israeliani. La posizione dell’amministrazione Trump è chiara: un portavoce del Dipartimento di Stato ha affermato che gli Stati Uniti lavoreranno per impedire qualsiasi tentativo di escludere la nazionale israeliana dalla Coppa del Mondo. Tuttavia, diverse fonti hanno rivelato che sia il Qatar che gli Stati Uniti hanno cercato di influenzare la Uefa, senza successo.
La posizione di Norvegia e Aston Villa
Attualmente, Israele occupa il terzo posto nel Gruppo I di qualificazione ai Mondiali, dietro la Norvegia e l’Italia. La federazione calcistica norvegese ha annunciato che destinerà tutti i proventi della prossima partita di qualificazione contro Israele, in programma a Oslo l’11 ottobre, a iniziative umanitarie per Gaza. Tuttavia, c’è un forte rischio che l’incontro non si svolga. I giocatori norvegesi, sensibili alla situazione a Gaza, sono stati sostenuti dalla presidente della federazione, Lise Klaveness, che ha dichiarato che è fondamentale non rimanere indifferenti alle sofferenze della popolazione civile.
In un altro contesto, l’Aston Villa è attesa a ospitare il Maccabi Tel Aviv il 6 novembre per una partita di Europa League. Essendo l’unica squadra israeliana attualmente coinvolta nelle competizioni europee, il Maccabi ha già affrontato proteste durante le sue partite. Dopo l’esclusione della Russia nel febbraio 2022, la squadra israeliana ha visto i suoi diritti limitati, mentre la FA palestinese ha sollecitato da tempo la Fifa a prendere misure simili contro Israele, senza che la questione fosse mai sottoposta a votazione. La situazione attuale rimane delicata e in continua evoluzione, con la comunità calcistica internazionale che osserva attentamente gli sviluppi.