Con l’arrivo dell’autunno, il 2025 segna un nuovo capitolo per i virus respiratori, che si fanno sentire in tutto il Paese a causa delle fluttuazioni di temperatura. Un evento tenutosi a Milano, organizzato da Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione), ha offerto un’analisi dettagliata sulla stagione influenzale 2025-2026. Durante l’incontro, esperti del settore hanno discusso le modalità di riconoscimento dell’influenza e le opzioni di cura disponibili.
Il virologo Fabrizio Pregliasco ha evidenziato che, dopo due anni di alta circolazione virale, anche quest’anno ci si aspetta un’ampia diffusione di virus influenzali, in particolare l’A/H3N2 e il B/Victoria, oltre a rinovirus e al virus respiratorio sinciziale. Pregliasco ha sottolineato che il Covid-19, pur non avendo una stagionalità definita, continua a risalire, presentando onde di contagi che, nel tempo, hanno mostrato un impatto sempre meno grave sulla salute pubblica. Si prevede che tra il 15% e il 25% della popolazione italiana, ovvero circa 16 milioni di persone, possa essere colpita da queste infezioni, un trend in linea con l’anno precedente.
I segnali provenienti dall’emisfero australe suggeriscono di mantenere alta l’attenzione: la stagione influenzale potrebbe rivelarsi intensa, con un aumento di casi previsto a partire da metà ottobre e un picco invernale. La pressione sui servizi sanitari rappresenta un rischio concreto, specialmente per le fasce più vulnerabili della popolazione.
Come distinguere l’influenza?
Riconoscere l’influenza tra i vari virus circolanti può risultare complicato. Il direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell’Università degli Studi di Milano ha dichiarato che l’influenza vera e propria si manifesta generalmente con un insorgere brusco della febbre, solitamente oltre i 38 gradi, accompagnato da almeno un sintomo respiratorio, come tosse o mal di gola, e un sintomo sistemico, come dolori muscolari o malessere generale. Questi sintomi tendono a essere più evidenti negli adulti, mentre nei bambini e negli anziani la febbre può essere meno intensa o assente. L’evoluzione dell’influenza è rapida, con una durata di circa cinque giorni.
Pregliasco ha anche messo in guardia riguardo alle sovrainfezioni batteriche, che possono colpire in particolare le persone anziane e fragili. È fondamentale prestare attenzione ai segnali del corpo e consultare un medico in caso di sintomi persistenti o aggravati.
Quali sono i sintomi? Ecco le spie
I sintomi da monitorare includono una febbre persistente e in aumento, così come la tosse, che può iniziare in modo secco e irritativo per poi diventare produttiva. La presenza del Covid-19 complica ulteriormente la diagnosi, poiché i sintomi possono variare notevolmente, da forme lievi a manifestazioni più gravi.
La vaccinazione rimane un metodo cruciale per proteggere le persone più vulnerabili. È consigliato effettuare un tampone per identificare tempestivamente la presenza di Sars-CoV-2, permettendo così l’eventuale somministrazione dell’antivirale Paxlovid. Altri virus respiratori, come il virus sinciziale e il metapneumovirus, possono presentare sintomi simili a quelli influenzali, ma generalmente meno intensi e più graduali, con congestione nasale e tosse lieve.
Come curarsi?
La cura per l’influenza deve seguire il principio dell’automedicazione responsabile. Il virologo ha spiegato che l’uso di farmaci da banco è spesso la prima risposta ai sintomi comuni come febbre, malessere respiratorio e stanchezza. L’automedicazione, se praticata in modo responsabile e in proporzione all’intensità dei sintomi, può risultare efficace nel migliorare il benessere generale e modulare la risposta immunitaria, riducendo il rischio di complicanze. È fondamentale seguire le indicazioni del foglietto illustrativo e consultare un medico o pediatra per l’uso corretto dei farmaci.
Nell’ambito delle infezioni virali, il ricorso ai farmaci da banco deve essere finalizzato a contenere i sintomi, senza eliminarli completamente, per consentire il monitoraggio dell’evoluzione della malattia.
I rimedi della nonna funzionano?
In Italia, molti si rivolgono a rimedi tradizionali per affrontare i malesseri causati dai virus respiratori. Secondo un’indagine di Human Highway per Assosalute, il 64,4% della popolazione sceglie i farmaci da banco, mentre il 16,9% opta per integratori e vitamine. L’uso di antibiotici, sebbene in calo, è ancora diffuso, specialmente tra i giovani e gli uomini. Pregliasco ha avvertito che l’abuso di antibiotici è problematico e deve essere limitato ai casi di complicanze batteriche.
Il 14,3% degli italiani si affida a bevande tradizionali come brodo di pollo e tisane. Questi rimedi continuano a riscuotere successo, con il brodo di pollo riconosciuto per le sue proprietà nutrizionali. Pregliasco ha sottolineato che, sebbene il latte caldo possa alleviare il mal di gola, può anche aumentare la produzione di muco in caso di tosse pesante. Il miele, infine, è un valido alleato grazie alle sue proprietà antinfiammatorie.