Diminuzione dello spreco alimentare dal 2015: 100 grammi in meno a settimana

Franco Fogli

Settembre 25, 2025

Secondo il recente Rapporto dell’Osservatorio Waste Watcher International, dal 2015 a oggi, il rifiuto alimentare domestico pro capite settimanale in Italia ha registrato una diminuzione significativa, passando da 650 grammi a 555,8 grammi. Questo cambiamento, sebbene positivo, evidenzia che il percorso verso la riduzione dello spreco alimentare è ancora lungo. L’obiettivo fissato dalle Nazioni Unite è di raggiungere un massimo di 369,7 grammi a settimana entro il 2030. I dati, pubblicati in vista del 29 settembre 2025, giorno della sesta Giornata Internazionale della Consapevolezza delle Perdite e degli Sprechi Alimentari, offrono uno spaccato interessante sulle abitudini alimentari degli italiani. L’indagine, condotta nel mese di agosto 2025, è stata realizzata attraverso un metodo Cawi in collaborazione con l’Università di Bologna e il monitoraggio Ipsos su un campione di 1000 individui rappresentativi della popolazione.

La situazione attuale dello spreco alimentare

Il rapporto rivela che, nel periodo estivo del 2025, il valore medio dello spreco alimentare in Italia si attesta a 555,8 grammi a settimana, un netto miglioramento rispetto ai 683 grammi registrati nell’agosto del 2024. La regione centrale del Paese si distingue come la più virtuosa, con soli 490,6 grammi di cibo sprecato, seguita dal nord con 515,2 grammi e dal sud, dove si arriva a 628,6 grammi settimanali. Le famiglie con figli si dimostrano più attente, riducendo il loro spreco del 17% rispetto alla media nazionale, mentre i grandi comuni registrano una diminuzione del 9%. Analizzando i tipi di alimenti sprecati, i risultati mostrano che la frutta fresca è in testa alla classifica con 22,9 grammi, seguita dalla verdura fresca con 21,5 grammi e dal pane con 19,5 grammi. L’agroeconomista Andrea Segrè, direttore scientifico di Waste Watcher, sottolinea che l’aumento dei prezzi alimentari, che ha raggiunto un +3,7% quest’estate, ha spinto molte famiglie a fare acquisti più consapevoli e a prestare maggiore attenzione alla prevenzione degli sprechi.

Impatto delle crisi globali sulle abitudini alimentari

Nel 2025, le guerre in Ucraina e in Medio Oriente, la crisi di Gaza e le questioni legate ai dazi hanno influenzato notevolmente le abitudini alimentari degli italiani. L’Osservatorio Waste Watcher ha dedicato un focus specifico a questi aspetti, evidenziando come il 37% della popolazione ritenga utile puntare su prodotti made in Italy in questo contesto di tensioni internazionali. Inoltre, il 66% degli italiani ha aumentato la propria attenzione verso l’ambiente e comportamenti sostenibili. Tuttavia, il 17% della popolazione non ha apportato modifiche alle proprie abitudini alimentari, ritenendo che non ci sia un legame tra crisi climatica e temperature anomale. Le elevate temperature dell’estate 2025 hanno spinto il 45% degli italiani a consumare prima gli alimenti più deperibili, mentre il 21% ha incrementato la frequenza di acquisto di prodotti freschi. Solo il 14% ha dichiarato di non aver modificato i propri comportamenti, e un esiguo 6% non ha percepito alcun impatto delle temperature sui propri acquisti.

Il ruolo della generazione z nel cambiamento

In questo contesto, la Generazione Z, composta da circa 9 milioni di individui in Italia nel 2025, emerge come un attore chiave nel promuovere il cambiamento. L’indagine di Waste Watcher rivela che questa generazione, definita digitale nativa, mostra una particolare attenzione verso il problema dello spreco alimentare e la sostenibilità. La Generazione Z tende a riutilizzare gli avanzi con una propensione del 10% superiore rispetto alla media, con un aumento del 6% nell’adozione di pratiche come il portare a casa gli avanzi o condividerli con amici e familiari. Inoltre, il 2% in più presta attenzione all’impatto ambientale dei prodotti alimentari acquistati. Andrea Segrè evidenzia come la Generazione Z possa rappresentare un motore di sostenibilità, in grado di influenzare positivamente le generazioni precedenti e promuovere politiche pubbliche efficaci per ridurre lo spreco alimentare.

×