Salis conquista la prima vittoria sull’immunità, attesa la plenaria finale

Lorenzo Di Bari

Settembre 24, 2025

La commissione Giuridica del Parlamento Europeo, nota come Juri, ha recentemente votato a Bruxelles contro la revoca dell’immunità per Ilaria Salis, eurodeputata del gruppo Avs. La decisione finale spetterà alla plenaria, che si riunirà nella seconda settimana di ottobre 2025, probabilmente martedì 7, durante la prima delle due sessioni programmate a Strasburgo. In genere, in queste situazioni, il voto avviene per alzata di mano, tuttavia, se almeno un gruppo politico e un quinto dei membri richiederanno un voto segreto, ciò potrebbe essere facilmente realizzabile.

Richiesta di voto segreto

Se la richiesta di voto segreto dovesse essere accolta, gli eurodeputati avrebbero l’opportunità di esprimere il proprio parere in modo riservato. Sebbene il parere della commissione Juri non sia vincolante, possiede un certo peso all’interno dell’Aula, che ha l’autorità di prendere decisioni autonome. È interessante notare che all’interno del Partito Popolare Europeo (Ppe) si è verificata una divisione, con alcuni membri che hanno sostenuto la conservazione dell’immunità di Salis, considerando i seri interrogativi riguardanti il rispetto dello Stato di diritto in Ungheria.

Trend storico della revoca dell’immunità

In passato, l’Aula ha talvolta votato in modo contrario alle indicazioni della commissione Juri, un fenomeno che si è verificato cinque volte tra il 1986 e il 1991. Da allora, tuttavia, non si è mai assistito a una revoca dell’immunità che contraddicesse le raccomandazioni della Juri. Questo trend, che dura da oltre trent’anni, rende difficile prevedere un’inversione di rotta da parte del Parlamento.

Arresto di Ilaria Salis

Ilaria Salis, originaria di Monza, è stata arrestata in Ungheria nel febbraio 2023 con l’accusa di aver aggredito dei neonazisti durante una manifestazione commemorativa. Questa giornata, che si tiene l’11 febbraio, celebra un tentativo fallito da parte delle forze del Terzo Reich e dei loro alleati ungheresi di spezzare l’assedio dell’Armata Rossa a Budapest nel 1945. Sotto il governo di Viktor Orban, l’evento ha attirato ogni anno neonazisti ed estremisti di destra, creando un contesto di violenza tra diverse fazioni.

Detenzione e liberazione di Salis

Salis ha passato oltre un anno in detenzione preventiva, durante il quale ha subito condizioni di detenzione dure, migliorate solo quando il suo caso ha attirato l’attenzione dei media italiani. Le immagini della sua comparizione in tribunale, con catene e un guinzaglio, hanno suscitato una forte indignazione. Dopo essere stata eletta eurodeputata nel 2024, è stata liberata dall’Ungheria, ma Budapest ha richiesto la revoca della sua immunità solo dopo che Salis aveva criticato il governo ungherese in Aula.

Impatto della decisione della commissione Juri

La posizione della commissione Juri, se confermata dalla plenaria, potrebbe consentire al Parlamento Europeo di evitare di restituire Salis a un sistema giudiziario che l’ha trattata in modo inaccettabile. Lunedì scorso, manifestanti a Milano, sostenitori di Salis, hanno dato vita a scontri con le forze dell’ordine, creando disordini in città. La situazione è complicata dal fatto che, se l’eurodeputata venisse arrestata, la polizia ungherese non potrebbe procedere al di fuori dei confini nazionali, visto che Salis non ha più fatto ritorno in Ungheria dopo la sua liberazione.

Possibilità di un processo in Italia

La decisione di mantenere l’immunità per Salis allevierebbe la pressione politica sugli Stati in cui vive e lavora attualmente, ovvero Belgio, Francia e Italia. La stessa eurodeputata ha espresso il desiderio di essere processata in Italia, dove il rispetto dello Stato di diritto è garantito.

Accuse del governo ungherese

Il portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs, ha recentemente pubblicato un post contenente le coordinate di un carcere ungherese, contribuendo a rafforzare le accuse di persecuzione politica nei confronti di Salis. Kovacs ha definito l’eurodeputata una “criminale pericolosa” meritevole di carcere. Al momento, è difficile prevedere l’esito della votazione, ma appare improbabile che l’Aula contraddica il parere della Juri, invertendo un trend consolidato da oltre trent’anni e restituendo Salis al governo di Orban, noto per le sue politiche controverse.

Richiesta di processo in Italia

Ilaria Salis ha manifestato l’intenzione di richiedere che il suo processo si svolga in Italia. Ma è una possibilità concreta? Secondo il protocollo 7 del trattato sull’Unione Europea, l’immunità per i parlamentari europei è ben definita. L’articolo 9 stabilisce le garanzie per i parlamentari, incluse le immunità riconosciute nel proprio Paese e l’esenzione da provvedimenti di detenzione e da procedimenti giudiziari in altri Stati membri.

Gli avvocati di Salis, Eugenio Losco e Mauro Straini, hanno chiarito che, attualmente, l’immunità di cui gode non permette a uno Stato dell’Unione di emettere provvedimenti restrittivi nei suoi confronti durante il suo mandato. Tuttavia, ciò non esclude la possibilità di un processo in Italia. Infatti, il nostro ordinamento giuridico prevede la giurisdizione italiana anche per reati commessi all’estero, a condizione che sussistano determinati requisiti, che nel caso di Salis sono presenti.

Salis ha sempre dichiarato di non voler evitare il processo per i fatti di Budapest. La richiesta è quella di essere giudicata in un contesto che rispetti i principi fondamentali di un giusto processo, che può essere garantito in Italia. Per avviare un procedimento, è necessaria una richiesta formale da parte del ministro della Giustizia.

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