Antonio Saitta, rappresentante della Sardegna, ha espresso preoccupazione riguardo a un presunto abuso di potere che danneggerebbe il Consiglio regionale. Durante un intervento, Saitta ha sottolineato che non viene rispettata l’autonomia della Regione, un diritto fondamentale garantito dalle normative vigenti.
Richiesta di annullamento dell’ordinanza
Il 24 settembre 2025, in un’udienza pubblica tenutasi presso Palazzo della Consulta, la Regione Sardegna ha presentato una richiesta di annullamento dell’ordinanza emessa dal Collegio regionale di garanzia nel dicembre 2024. Questo provvedimento, che prevedeva la decadenza della presidente eletta Alessandra Todde, è stato giudicato “gravemente lesivo per la regione”.
Argomentazioni del legale
Il legale Omar Chessa, difensore della Regione Autonoma della Sardegna, ha argomentato che l’atto impugnato del Collegio di garanzia elettorale rappresenta una violazione delle prerogative regionali. Chessa ha affermato che l’ingiunzione di decadenza al presidente eletto potrebbe portare alla dissoluzione degli organi regionali e a elezioni anticipate, compromettendo gravemente il funzionamento della Regione. Secondo il legale, un simile provvedimento non solo interromperebbe le funzioni costituzionali della Sardegna, ma costituirebbe anche un conflitto per menomazione.
Obiezioni respinte
Chessa ha respinto le obiezioni sollevate dallo Stato riguardo all’inammissibilità del conflitto, sostenendo che il Collegio regionale ha una natura statale. Ha sottolineato che questo organo, composto da magistrati e accademici nominati, esercita funzioni di vigilanza sulle politiche europee e ha un ruolo di primaria importanza dal punto di vista costituzionale.
Legittimità dell’ordinanza
In aggiunta, il legale ha dichiarato che l’ordinanza in questione non solo è illegittima, ma anche incostituzionale. Ha spiegato che essa dispone l’accertamento e ingiunge la decadenza al di fuori delle ipotesi stabilite dalla legge 515 del 1993. Chessa ha chiarito che, secondo la normativa, la decadenza può essere applicata solo in specifiche circostanze, come la mancata presentazione del rendiconto, situazione non contestata dalla Regione Sardegna.
Interpretazione della legge
La Regione ha insistito sul fatto che il conflitto è di natura costituzionale, affermando che la legge 1 del 1994 deve essere interpretata in conformità alla Costituzione. Chessa ha evidenziato che le norme relative alla dissoluzione degli organi regionali sono stabilite da disposizioni di rango costituzionale e che la legge del 1994 non può essere utilizzata per introdurre nuove ipotesi di decadenza.
Ribadita lesività dell’atto
In un ulteriore sviluppo, Antonio Saitta ha ribadito la lesività dell’atto del Collegio, sottolineando che la decisione di decadenza dovrebbe derivare da una delibera consiliare. Saitta ha affermato che l’ordinanza mostra chiaramente l’intento di imporre la decadenza al presidente eletto, senza lasciare alcuna scelta al Consiglio regionale. Ha concluso sostenendo che la decisione del Collegio non riconosce l’autonomia della Regione, evidenziando il conflitto tra le competenze regionali e le decisioni statali.