Automotive, i paesi europei chiedono a von der Leyen: “Settore in crisi, fondamentale essere coinvolti nelle decisioni”

Marianna Ritini

Settembre 24, 2025

Dopo un recente incontro tenutosi il 24 settembre 2025, l’assessore allo Sviluppo Economico della Regione Lombardia, Guido Guidesi, ha lanciato un appello alla Commissione Europea, evidenziando l’urgenza di affrontare le problematiche del settore automotive. Il vertice si è svolto nell’ambito dell’Automotive Region Alliance (Ara), dove Guidesi ha sottolineato l’importanza di implementare le proposte presentate, affermando che “per ora quasi nulla delle nostre proposte è stata messa in campo”.

Le voci dei rappresentanti tedeschi

A queste dichiarazioni si sono aggiunte le voci di tre Ministri Presidenti dei lander tedeschi: Markus Söder, della Baviera; Winfried Kretschmann, del Baden-Württemberg; e Olaf Lies, della Bassa Sassonia. In una lettera indirizzata alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, i rappresentanti hanno messo in evidenza la crescente pressione competitiva che il settore automotive europeo sta subendo a causa di fattori esterni, come le politiche cinesi e statunitensi, che includono sovvenzioni statali e tariffe ingiustificate.

Le sfide della mobilità elettrica

I tre rappresentanti tedeschi hanno manifestato preoccupazione per il rallentamento dell’accelerazione verso la mobilità elettrica in Europa, attribuendolo alla mancanza di un quadro normativo adeguato. Questo ha portato a una certa riluttanza da parte dei consumatori nell’acquistare veicoli elettrici. Hanno evidenziato che il progresso verso l’elettrificazione del settore automobilistico è minacciato dalla carenza di infrastrutture di ricarica, un problema che richiederà anni per essere risolto. In particolare, la costruzione di nuovi collegamenti elettrici necessari per supportare l’alta potenza di ricarica potrebbe richiedere fino a dieci anni per essere pianificata e completata.

Nonostante i significativi investimenti già effettuati dai produttori della Baviera, del Baden-Württemberg e della Bassa Sassonia, i clienti, in particolare gli spedizionieri, mostrano riluttanza ad adottare camion e autobus elettrici a causa delle difficoltà di ricarica e dei costi elevati rispetto ai veicoli diesel, considerando il costo totale di proprietà.

Le preoccupazioni per le sanzioni

Un ulteriore punto di preoccupazione sollevato dai Ministri riguarda la tassa prevista per il mancato raggiungimento degli obiettivi di flotta stabiliti dal regolamento (UE) 2019/1242. Attualmente, questa tassa è fissata tra i 4.250 € e i 6.800 € per gCO2/tkm a partire dal 2030. I rappresentanti hanno definito questa misura sproporzionata rispetto al reale valore della CO2, avvertendo che potrebbe avere conseguenze devastanti per i produttori europei, con il rischio di perdita di posti di lavoro in Germania e nel resto d’Europa, mentre i concorrenti cinesi si preparano a conquistare il mercato europeo.

Söder, Kretschmann e Lies hanno espresso la loro determinazione a non permettere che l’industria automobilistica europea venga penalizzata per responsabilità che non le appartengono, avvertendo che ciò potrebbe compromettere la base industriale del continente.

Richieste per un futuro sostenibile

Nella lettera, i rappresentanti hanno avanzato cinque richieste specifiche. La prima riguarda una maggiore attenzione ai veicoli commerciali pesanti, dato che il trasporto merci su strada rappresenta il 78% del totale in Europa. La seconda richiesta è l’espansione dell’infrastruttura di ricarica, non limitandosi alle autostrade, ma includendo anche località turistiche. Inoltre, si chiede di anticipare la revisione del regolamento sulle emissioni di CO2 per i veicoli pesanti, prevista per il 2027, e di esplorare possibilità di maggiore flessibilità per il raggiungimento degli obiettivi.

Infine, i rappresentanti hanno sottolineato la necessità di tradurre gli annunci di piani d’azione in misure concrete, come la creazione di una produzione europea di batterie e lo sviluppo di tecnologie chiave, e di incrementare gli investimenti per mantenere la competitività tecnologica in Europa.

Concludendo la lettera, i Ministri hanno espresso la loro disponibilità a collaborare con l’Unione Europea e la Commissione, chiedendo di essere inclusi nel programma di dialogo strategico della Commissione Europea.

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