Il premier israeliano Benjamin Netanyahu si trova in una situazione complessa, come riportato dal Wall Street Journal il 23 settembre 2025. La sua risposta alla recente decisione di alcuni Paesi, tra cui la Francia, di riconoscere lo Stato di Palestina è attualmente in fase di “stand by”. Questo scenario si complica ulteriormente a causa delle pressioni esercitate dai suoi ministri e dal suo partito, nonché della necessità di mantenere buoni rapporti con il mondo arabo e l’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
La questione della possibile annessione della Cisgiordania rappresenta un punto cruciale. Netanyahu rischia di compromettere le relazioni diplomatiche con i Paesi arabi e di irritare Trump, qualora decidesse di procedere con questa minaccia. La tensione è palpabile, poiché i rapporti con la Francia e gli Emirati Arabi Uniti sono in gioco.
Il rischio di annessione
Negli ultimi anni, Israele ha lavorato per normalizzare le relazioni con il mondo arabo, in particolare attraverso gli Accordi di Abramo, che hanno portato a una sospensione dei piani di annessione della Cisgiordania. Tuttavia, l’annessione è percepita come una “linea rossa” dai Paesi arabi, i quali hanno avvertito Israele delle possibili conseguenze di una mossa di questo tipo. Funzionari arabi hanno inviato messaggi diplomatici riservati per mettere in guardia il governo israeliano.
Analisti suggeriscono che, in assenza di un’annessione, Israele potrebbe intraprendere altre azioni per esercitare pressione sull’economia palestinese. Alcuni indicano che potrebbero essere limitati i rapporti consolari con la Francia, il che potrebbe ulteriormente deteriorare le relazioni diplomatiche. Netanyahu deve ponderare se valga la pena compromettere i rapporti con il mondo arabo e con gli Stati Uniti, mettendo a rischio le speranze dei palestinesi di ottenere uno Stato.
Le pressioni interne e le conseguenze
Sotto la guida di Netanyahu, Israele ha continuato a espandere la costruzione di insediamenti in Cisgiordania. Secondo Josh Krasna, ex diplomatico israeliano, il premier deve mantenere il sostegno della sua base politica e parlare di annessione rappresenta un modo per farlo. Tuttavia, se non dovesse seguire le sue minacce con azioni concrete, rischierebbe di essere percepito come qualcuno che non mantiene le promesse.
Michael Milshtein, esperto di questioni palestinesi, ha sottolineato che gli Emirati Arabi Uniti hanno chiarito che qualsiasi passo verso l’annessione potrebbe innescare una crisi tra Israele e il mondo arabo, minacciando gli Accordi di Abramo. La situazione è quindi delicata e richiede una valutazione attenta da parte di Netanyahu, che si trova a un bivio cruciale nella sua carriera politica.